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Eccomi a te disse l'Albani entrando nel vestibolo dove lo attendeva il compagno de' suoi giorni di espiazione. Fratello Consolatore gli stese la mano e lo introdusse nel parlatorio. Dio ti riconduce disse il Levita; Dio vuol darti un'altra prova della sua misericordia infinita...

Eccomi, disse il vecchio, e si alzò. I giuocatori gli fecero posto. Bruto con riso sardonico, disse enfaticamente: Oh verginali costumi di plebe che un giorno dee dominare! Intanto suonò mezza notte, e si udirono tre colpi all'uscio. Chi sar

Ha ragione replicò Roberto con accento convinto, mentre deponeva la tazza del caffè e latte. Dunque vuol uscire? Eccomi. Non ci si può dilungar troppo perchè alle otto e mezzo deve trovarsi con mio fratello. Dalla parte della miniera andr

Ebbene, ragazza mia, non sono venuto subito perchè dovevo passare da un altro ammalato; eccomi qui da voi. Vi sentite molto male? No. Speriamo dunque, siete tanto giovane! So che avete sofferto. La signora Veronica le ha detto tutto? esclamò precipitosamente Tina. Mi ha parlato della vostra disgrazia; non ve ne lagnate, ella non aveva che delle buone intenzioni. Lei!

Eccomi qui genocchione, eccovi il petto e la gola: prendete quella vendetta che vi piace. E se forse vi par che per nobiltá o ricchezza non ne sia degno, ne sono almen degno per il grande amor che le porto.

Dunque, ripigliò, la signorina Adele, voi siete stato così gentile da ricordarvi della vostra promessa? Appena ho potuto; quarantott'ore dopo; disse il conte Gualandi. Eccomi qui senza impiego, signorina. Sono spriorato. Veramente? Verissimamente, e il convento di San Bruno soppresso. Povero convento! Ci si stava così bene! Lo rimpiangete, signorina?

DULONE. Veggio venir fuori Cintio da Lidia, e viene a tempo. AMASIO. Sento nominar Cintio. Ancor sta qui questa bestia che non lascia far i miei fatti? eccomi qui per sbestiarti, bestiaccia! CAPITANO. Qui ci manca un schiaffo e una mentita: sta da lungi e non posso dargli lo schiaffo, pazienza! della mentita non posso farne di meno.

ORE 11 ANTIMERIDIANE. Eccomi davanti al Comitato di sorveglianza elettorale, in mezzo a quattro idioti che compongono il banco della presidenza. Fumano e ciarlano tutti con un baccano da stordire. Il segretario, con vocina da contralto, legge il verbale della seduta precedente.

Diffatti eccomi; quest'oggi mi sono sbrigato più presto. Orbene? gli chiese il Giuliani. Ho fatto ogni cosa. Da Senno? ; disse Pasquale; la ci ha avuto il foglio, e l'ha subito letto. Da bravo, raccontateci come. Volentieri; ma prima di tutto si accomodi. E tu che fai costì ritto, a bocca aperta, bighellone?

Ma se l'anima è volata all'empireo, la materia rimane. Eccomi ancora al mondo senz'anima. Eccomi solo davanti la nuda realt