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Aggiornato: 21 giugno 2025
Eccomi, eccomi, gridava come forsennato, eccomi, che volete da me? Alle mura, alle mura, schiamazzavano centinaia di cittadini armati chi più chi meno, alle mura: ne abbattono la cinta. Eccomi, eccomi! seguitava a dire il signor Basilio mentecatto, senza pure trovare l'uscita della stanza.
«Oh potessi io stringerti tra queste braccia! «Oh, io poso sul tuo seno e languisco, e le tue erbe e i tuoi fiori premono il mio cuore. Tu estingui l'ardente sete che mi divora, dolce brezza del mattino! Tu mi porti il canto dell'innamorato usignuolo, che m'invita dal nebbioso fondo della vallata. Eccomi! Eccomi! Dove io vo? Dove? «Lassù, lassù io aspiro!
« Siete pronta? le domandai, dietro l'uscio, dopo avervi discretamente picchiato. « Eccomi!
Ma me la pagherá quel furfante di Leccardo. LECCARDO. Menti per la gola, ché son meglio uomo di te! MARTEBELLONIO. Dove sei, o tu che parli e non ti lassi vedere? LECCARDO. Non mi vedi perché non ti piace vedermi: eccomi qui! MARTEBELLONIO. Mi farai sverginar oggi la mia spada nel sangue di poltroni. LECCARDO. E tu mi farai sverginar un legno che non ha fatto peccato ancora.
Agapito levò in alto la sua mano destra col pizzico di tabacco fra il pollice e l'indice. Epperò ho voluto consigliarmi con lei: continuò Selva. Dica pure. Eccomi qua tutto ai suoi comandi. Che cosa è arrivato? Ella sa le misere condizioni di quel povero Antonio. Eh, eh! fece lo speziale, strabuzzando degli occhi, crollando la testa ed agitando la mano.
NER. Ed io, pur certo che d'oscura vita ti appagheresti meglio, a te prescritta l'avea; ma poi... OTTAV. Ma poi, pentito n'eri: e ch'io non fossi abbastanza infelice, nascea rimorso in te. De' tuoi novelli legami aver me testimon volevi: quí di tua sposa mi volevi ancella; favola al mondo, e di tua corte scherno farmi volevi. Eccomi dunque ai cenni del mio signor: che degg'io fare? imponi.
«Come ho fatto? Mi domandi come ho fatto, e si dia per vinto. Vede bene che io sono nato prima. «Uno secondi posti per Seregno;» ho l'orecchio fino io ed ho fatto il papagallo... «uno secondi posti per Seregno» ed ho viaggiato con lei, separato solo da un tramezzo, ed ho inghiottito la polvere del suo calesse, ed eccomi... Così ho fatto.
«Appena sei partito ho data la felice notte ai miei amici ed eccomi nella mia camera. Voglio tanto bene a questi perfetti amici, ma quando tu mi lasci soffro di stare con altri, desidero esser sola per ritrovar te, per stringerti al mio cuore nel più profondo mistero, come dice la cara poesia. «Non ti scrivo per dirti che ti amo, benchè avrei tanti volumi da riempire con questo.
Sì, sì. Eccomi.... Zonnini avr
Un giorno ho sognato la barchetta dell'amore, e, risognandola oggi, per ritrovarla ho detto: Andiamo lontano lontano, anima mia. Eccomi dove sognai! Ma la torma dei fiotti non posa mai, sotto la estensione aerea che non d
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