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Aggiornato: 21 giugno 2025


Ebbene? gli domandò, muovendogli incontro. Eccomi qua, signor Aminta. Con due giorni di ritardo! Per forza! rispose Pellegrino. E col dispiacere di aver fatto un viaggio inutile. Come? Non hai veduto il signor Gino. Non l'ho veduto. Ed eri andato a bella posta!

Tina andò dritta nell'altra camera della piccola Betta, che avendola riconosciuta si era messa a gridare. Eccomi, eccomi, Bettina. Ma questa invece di essere alzata, come aveva detto la mamma, era solamente seduta sul letticciuolo, affagottata in quel vestone rosso, che faceva sembrare anche più pallida la sua faccia gonfia e sformata dalla scrofola.

DON IGNAZIO. Vi priego a trattenervi un altro poco, accioché gli occhi mei abbino il desiato frutto di lor desiderio. CARIZIA. I prieghi de' padroni son comandi a' servi; e se ben i rispetti delle donzelle non patiscano tanto, pur per un marito si deveno rompere tutti i rispetti. Eccomi apparecchiata a far quanto mi comandate. DON IGNAZIO. Cara padrona, mi basta l'animo solo.

Drento, ! FULVIA, SAMIA serva. FULVIA. Samia! o Samia! SAMIA. Madoonna! FULVIA. Vien giú presto. SAMIA. Io veengo. FULVIA. Muoviti, trista ti faccia Dio! Muoviti! SAMIA. Eccomi: che vuoi? FULVIA. Va' via or ora, truova Ruffo dello spirito e digli che venga a me subito subito. SAMIA. Vo pel velo. FULVIA. Che velo? Bestia! Tira via cosí; vola. SAMIA. Che diavol vuol dir tanta rabbia?

Mi volevate: eccomi egli disse, con un sospiro, chinando gli occhi. Grazie mormorò ella, semplicemente. Chiederete voi che io faccia qualche altro sacrifizio, al vostro fascino? Tanto vi è costato, questo? Clara interrogò, ansiosamente, piegandosi verso lui. Egli si arretrò, quasi temendo la vicinanza di quel volto. Disse: Mi è costato moltissimo.

In meno di un'ora, ella si trovò in faccia del conte di Alleux, e gli gridò: Adriano, io ti amo. Eccomi a te! Adriano gettò un grido ed aprì le braccia. No, giammai gridò di nuovo Vitaliana rinculando, giammai qui! E con la stessa esaltazione e la medesima precipitazione che aveva messo a venirsi a dare a suo cugino, fuggì di col

Eh, come lo sanno tanti altri, che lo hanno sentito laggiù, nella locanda della Rosa. Lei, deve sapere, Don Pietro, che io, aspettando un'occasione di vedere il conte Gino, avevo detto al suo portiere: rimarrò tutto questo giorno a Modena, e sono alloggiato alla Rosa, fuori porta San Francesco. Dunque, eccomi alla Rosa, non sapendo che fare. Lei indovina gi

CINTIA. Di grazia, signor mio, stendete la vista per la strada e per le fenestre, ché non vi sia alcuno che stia spiando i fatti nostri. ERASTO. Non appar anima viva. BALIA. Amasia Amasia, presto presto! ché Cintio vi chiama ché vostro padre vi cerca. CINTIA. Cor mio, perdonatemi. Eccomi eccomi!

Eccomi disse la Giulia Orfei che s'era congedata dal pittore. La Teresa sorse in piedi e si mise a fianco della sua compagna. Questa, presso alla porta, bagnò le dita nella pila dell'acqua santa e si fece il segno della croce; indi ripigliò: Io, vedi, quasi ogni mattina la mia messa l'ascolto. Se ne faccio a meno sento che mi manca qualcosa.

Io ti dirò una cosa sola, disse Matteo Cantasirena, mettendo in ordine lentamente le carte, i libri sparsi sulla tavola. Nelle cose serie della vita ricordati che hai uno zio, che diventa un padre..... un padre amoroso. Quando hai bisogno di aiuto, di difesa, di consiglio, eccomi qui, pronto, a braccia aperte. Tra i miei molti errori, e sospirò ho avuto in abbondanza tutti quelli del cuore: è per questo che non ho fatto fortuna; nel qual caso, sarei forse amato di più. Ricordati: quando si ha una famiglia non si è mai soli nel mondo. L'ideale della famiglia, dopo quello della patria, è il più alto, il più puro. E quando non c'è ideale.... non c'è idealit

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