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Aggiornato: 21 giugno 2025
Ecco la balia. BALIA di Cintia, ERASTO, CINTIA, CAPITANO, DULONE. BALIA. Erasto, sète qui voi? ERASTO. Eccomi, balia, dove è Amasia mia? BALIA. È qui in ordine e vi sta aspettando. ERASTO. Dille di grazia, che compaia su l'uscio, sol per dar questo contento al cor mio. BALIA. Di grazia, mirate che non siate sovragionti da alcuno. ERASTO. Non dubitate ch'io e Dulone stiam facendo la spia.
Guarda se l'amica tua, o Lidio, fa il dovere. Non odi, Lidio? Che aspetti? Piglia, o Lidio. LIDIO femina. Eccomi. LIDIO maschio. Da' qua. SAMIA. Uh! uh! trista me! Aveva preso un granchio. Perdonami, messer. Volevo costui, non te. Addio tu. Tu ascolta. LIDIO femina. El granchio pigli tu ora. Parla a me. Licenzia lui. SAMIA. El vero di' tu. La smemorata! Erravo io. Va' sano. Tu vieni a me.
Ed eccomi qua, eccomi tranquillo, ecco la mia pace... Ecco la tua pinguedine, ecco il bel colore di salute che si spande sul tuo volto arrotondato, ecco il tuo debole per questo buon vinello bianco... Egli si mise a ridere. Se ne versò un altro bicchiere: lo bevve d'un fiato, e cantò con la sua voce un poco stonata: O rose del mio volto, non appassite ancor!...
E in capo a un paio d'anni, con una posizione certo migliorata, si sarebbe presentato ai Dal Bono, dicendo: Ormai sono un uomo, eccomi a sposar Lucilla.... Lucilla! Qui c'era un punto nero. Era possibile che Lucilla si adattasse a vivere accanto a una miniera? E se vi si fosse adattata lei, era sperabile avere il consenso della famiglia?
Le nozze seguirono otto giorni dopo ed eccomi al mondo. Della mia felicissima infanzia ho poco da raccontare. Mio padre, attendendo in persona alla miniera che dava buon reddito, la casa era bella ed agiata e la vita eguale.
DON IGNAZIO. Son disposto far quanto tu mi consigli. SIMBOLO. Ecco madonna Angiola che viene a casa. DON IGNAZIO. Signora Angiola, ho desiato gran tempo ragionar con voi d'un negozio importantissimo. ANGIOLA. Eccomi al vostro commodo: ben la priego a non trattarmi di cosa che men che onesta non sia.
Eccomi qui ad interromperla!... Come cresce questa gioventù!... esclamò poi, rivolgendosi ai due adolescenti, posando la mano sulle loro spalle, e fermandosi estatico dinanzi alla piccola Rita.
TEODOSIO. Che piacere possiamo noi farvi, poveri e forestieri? SQUADRA. Lo potrete fare agevolmente. TEODOSIO. Eccomi all'obedire.
E Matteo Vento che sperava di andar sùbito a cena dovette fermarsi dietro la ferriera alla porta del principale. Questi lo chiamò per nome e, introdottolo nella sua piccola camera, lo invitò a sedersi. Matteo Vento: ho bisogno di te. Eccomi a' suoi ordini rispose l'operaio guardandolo attentamente. E domandò il permesso di riaccendere la pipa.
Costui baciò il cordone al frate, inchinò tre volte il signor Fedele; poi mostrandosi affannato più che non fosse davvero, disse a quest'ultimo: «Signoria, don Marco mi manda con questa lettera; ho fatto come il vento, ed eccomi, fui qui in uno sbadiglio di gallo... «Don Marco! pensò tra sè il frate, mentre l'altro leggeva la lettera; o che vuole don Marco...?
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