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PIRINO. «Caro mio bene, poiché non posso dirvelo a bocca, ve lo scrivo in questa carta con speranza che vi venghi in mano. Mi dispiace darvi cosí amara novella, ma soffritela con pacienza. Mangone mi ha venduta al dottore per cinquecento ducati; e comandandomi che mi fusse adobbata per andar a lui, un dolor cosí forte mi spinse il core, che cadei tramortita.

Io amavo sinceramente Giorgio, che era un nobile cuore, un amico leale. Pensai a lungo a quella parola amara che gli avevo detta; ed a quando a quando ripensai alla antipatia della giovane artista per me.

La sottoscritta dice: «La vostra viva e morta Melitea». O anima mia, so che non vuoi che viva vita cosí disperata senza darmi novella di te. Ma che cosa mai potrai tu avisarmi che non mi sia di affanno e di cordoglio? o mia dolce morte, o mia amara vita! FORCA. Leggetela liberamente.

O madre, che amara novella m'hai tu data! o quanto piú grata mi saresti, se conceputo non m'avessi o generato in questa vita, overo uccisomi nella cuna. Che obligo debbo averti della vita, che m'hai data, se con una amara nuova mi togli la vita e l'anima insiememente?

Una voglia amara di pungere l'assalì, la soffocò: ma seppe coll'aiuto materiale delle mani che stringeva alla bocca reprimere questa debolezza. No: non avrebbe pianto mai...

Presso qui sta di gravi opere denso un armadio di libri, che raduna in poco il mare della scienza immenso che sta sotto la luna; che la ragione delle cose amara mi distilla nel cerebro e l'essenza com'acido purifica e rischiara della volgar coscienza;

Venuto el grande medico de l'unigenito mio Figliuolo, curò questo infermo beiendo la medicina amara, la quale l'uomo bere non poteva perché era molto indebilito. Egli fece come la baglia che piglia la medicina in persona del figliuolo, perché ella è grande e forte, e il fanciullo non è forte a potere portare l'amaritudine.

Anche questo era un rimedio del Priore, che non si era certamente formato alla scuola di Salerno. Contuttociò, egli non aveva cansato i danni della veglia prolungata, si sentiva pesare la testa, aveva il cervello intronato e la bocca amara.

Ho l'anima amara, ma di dolore, non di rimorso. La fede che scaldava, ventiquattr'anni addietro, di un sorriso d'entusiasmo la mia giovinezza, splende or più che mai, stella eterna dell'anima, davanti a' miei occhi. Non la rinneghino i giovani. Non la rinnegher

Di' mi chiese un giorno, con la bocca amara se tu ci pensi, non hai ribrezzo di me? Ah, che brutta cosa! E fece un atto di disgusto su medesima; e s'accigliò, e si ammutolì. Un altro giorno, mentre io entravo nella sua stanza, ella si accorse che un odore mi aveva ferito. Gridò, fuori di , pallida come la sua camicia: Vattene, vattene, Tullio. Ti prego! Parti. Ritornerai quando sarò guarita.