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Anche questo era un rimedio del Priore, che non si era certamente formato alla scuola di Salerno. Contuttociò, egli non aveva cansato i danni della veglia prolungata, si sentiva pesare la testa, aveva il cervello intronato e la bocca amara.

Non potè dormire in tutta la notte; soltanto verso l'alba riposò un poco. Si alzò tardi, con gli occhi pesti, col capo intronato, con un gran desiderio addosso e con un grande sgomento.

A tu per tu. 15 settembre 18... "Scrivo giorno per giorno tutto quello che mi accade, nel mio memoriale." Ah , davvero, me ne sono vantato a tempo, colla signorina Wilson. Ecco qua diciassette giorni che il memoriale non riceve nessuna delle mie confidenze. Pure, la materia c'era, e come! Ne sono ancora tutto intronato; me ne dolgono tutte le giunture; la penna mi sta male tra le dita. Ma voglio, comunque sia, ripigliare. È necessario; farò come potrò; quando la mano ricuser

Non so se ero intronato o se 'l cervello mi vacillava o se cosí mi penso o se qualcun mel fe' veder d'incanto, la sera inanzi a ier, che una persona per una scala entrò ne la fenestra che guarda l'orto ove era Lúcia. FRONESIA. Lúcia? FILOCRATE. , Lúcia. E v'eri tu. FRONESIA. Io? FILOCRATE. . Piú forte.

Meglio aver il capo intronato dalla politica che fermarsi su quell'altro, orribile pensiero. Sotto la tettoia lo raggiunse di San Giustino, e lo tirò in disparte. Parlava piano, breve, concitato, nella sorda irritazione prodottagli dai cent'occhi che gli erano piantati addosso.

Era diffatti un chiasso indemoniato, se ne dicevano di tutti i colori; si confondevano le più astruse teoriche colle più libere celie, i più alti nomi coi più volgari pettegolezzi, e chi non ci era avvezzo, aveva a restarne intronato. Figuratevi Ariberti, il giovane studente, uccello a mala pena uscito dal nido, e cascato di botto in quella baraonda!

Ah! tu sei un gran prepotente; esclamai. Ma che? volevi che per una scioccheria simile lasciassi andar te sul terreno? E ci saresti andato tu? Certamente; se non si fosse potuto farne di meno. Lasciando supporre Dio sa quali ragioni?... ripigliai. E che ne avrebbe detto Galatea? Che Galatea? Perdonami; ho ancora il cervello intronato da una delle tue bastonate. Ed io niente, assassino?

Vanardi faceva a calmar l'una e ad azzittire gli altri; ragionava, pregava, gridava, minacciava: niente vi riusciva, finiva per andare in collera, bestemmiava come un turco, e stucco, intronato, infastidito, si cacciava il suo cappellaccio in testa e si precipitava fuori di casa, a passeggiare, le mani in tasca, guardando da vero sfaccendato i dipinti esposti nelle vetrine di tutti i mercanti di stampe, ai quali terminava sempre per andare ad offrire un quadro di suo, cui tutti, a buona ragione, si affrettavano sempre a rifiutare con entusiasmo.

A la fede, che de' volere andare al prete Ianni, per intronato, in su quella galea che s'ha da armar di frati, artieri e pazzi. E debbe anco aver buona provigione, per portar la semente degli sciochi che a lor parrá gran cosa: ché la nostra nasce di qua, senza esser coltivata, ne le case, ne' muri e ne la rena, come fa la bacicchia. Toh poltrone!

Il discorso di Ascanio mi aveva intronato il cervello: gli prorompeva improvviso dal cuore, ma senza ombra di empito, e diaccio così come la neve di gennaio. Io in quel momento non mi sentivo balía per ordinarlo e confutarlo, ma non mi sentivo neppure disposto a parteciparlo; mi pareva una grandine di paradossi, una eruzione di misantropia da opprimere, , non gi