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Ecco, pur mi son chiarito di alcune cose: che in mia presenza Cintio ha ragionato con Amasia di me, e l'ha promesso venir questa sera e l'ho inteso con le mie orecchie e che or ora si fará su la fenestra; ché se verrá, conoscerò chiaramente che tutto sia forfantaria quanto mi ha detto Dulone di lui. BALIA di Cintia, ERASTO, CINTIA.

AMASIO. Comandate liberamente. CINTIA.... che quando mi mandate le vesti, me le porgeste per quel vicolo con una pertica e che non le faceste veder per la fenestra sopra la porta senza gelosia;... CINTIA.... accioché le genti vedendole non pensino alcun male.... AMASIO. Farò quanto da voi mi vien comandato. Ma non so che altra cosa ha detto piú bassamente.

ERASTO. E come non volevano esser dolci e suavi se uscivano dalla piú dolce e suave bocca de quante mai fussero in terra? Poi, che disse del comparir su la fenestra? CINTIA. Che arebbe dato una scorsa per la casa; e come tutta la famiglia era occupata ne' servigi, arebbe fatto segno alla balia ch'io fusse venuto alla buca, e che sarebbe passata in casa mia.

E, avendolo visto Fronesia da la fenestra, li va in contra, e falli un altro tradimento improviso con il quale ingannò ancora Lúcia. Per questo poi Filocrate, la sera, impazzisce.

Dimmi, se tu sai: ove è Crisaulo? PILASTRINO. Cosí nol sapessi! ch'è non so quanto ch'era giú da basso, in cantina, di sopra, a la fenestra, che dormiva nel letto. ARTEMONA. Io son piú matta a parlar con costui!... Vatti in mal'ora; vatti imbriaca. PILASTRINO. Voglio andarvi or ora. Son tanto allegro che non par ch'io possa, d'allegrezza, tenermi in su le gambe.

Surge in vermena e in pianta silvestra: l'Arpie, pascendo poi de le sue foglie, fanno dolore, e al dolor fenestra. Come l'altre verrem per nostre spoglie, ma non pero` ch'alcuna sen rivesta, che' non e` giusto aver cio` ch'om si toglie. Qui le trascineremo, e per la mesta selva saranno i nostri corpi appesi, ciascuno al prun de l'ombra sua molesta>>.

Ma non è Amasia quella ch'or si mostra in fenestra? ella è per certo e par che mostri voglia di ragionarvi: vi sta mirando. ERASTO. O felice incontro! Or conoscerò, Cintio mio caro, quanto appresso di voi vagliano le mie preghiere. CINTIA. Scostatevi ché non vi vegga, se non che sconciaremo il tutto. ERASTO. Sto qui bene? CINTIA. Un poco piú in ; un altro poco: cosí state benissimo.

Surge in vermena e in pianta silvestra: l'Arpie, pascendo poi de le sue foglie, fanno dolore, e al dolor fenestra. Come l'altre verrem per nostre spoglie, ma non pero` ch'alcuna sen rivesta, che' non e` giusto aver cio` ch'om si toglie. Qui le trascineremo, e per la mesta selva saranno i nostri corpi appesi, ciascuno al prun de l'ombra sua molesta>>.

BALIA. Erasto mio padrone, Amasia m'ha fatto intendere che verrá or ora alla fenestra, che mandiate Cintio a far la spia e che non vi tratteniate. ERASTO. Cintio è giá venuto, ed io non mi partirei di qua se mi fusse consignato l'imperio di tutto il mondo. BALIA. Eccola che viene. CINTIA. Erasto, vita mia, Dio vi dia ogni contento e felicitá!

ERASTO. Vorrei poter sodisfar l'obligo di quanto fate per amor mio. CINTIA. E se non lo fo per amor vostro, per chi lo debbo far io? ERASTO. Ma dimmi, Cintio mio, tutte le paroli e che ti disse del venir alle due ore di notte e del comparir su la fenestra; ché non potei intender ben bene il tutto.