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Aggiornato: 24 maggio 2025
Matteo continuò a sospirare e a metter ordine nella roba del salotto. Numa si era arrischiato di venir fuori, dall'ombra. Accosciato, diritto, in mezzo alla stanza, guardava il padrone e aspettava sempre il momento di fare un salto, movendo, strisciando la coda per terra, come una biscia. A un tratto si fermò un brum, sotto la finestra. Taddeo! Taddeum che ritorna!
Era una formetta di cacio, una scatoletta di presciutto, un mezzo pasticcio di Strasburgo, poi ancora dell'altra roba, avvolta nella bella carta rosa e gialla, coi nastrini azzurri.... Numa, riconoscente, passava, ripassava fra le gambe del Direttore, strisciando, sfiorandole colla schiena e rizzando la coda.
Ma quando Nora gli disse che il ragionier Vigliani voleva quasi imporre di vendere il palazzo di Milano e la villa di Casalbara, Matteo Cantasirena dimenticò il povero Numa e montò su tutte le furie: si era gi
18 I capitani e i cavallier robusti quindi usciran, che col ferro e col senno ricuperar tutti gli onor vetusti de l'arme invitte alla sua Italia denno. Quindi terran lo scettro i signor giusti, che, come il savio Augusto e Numa fenno, sotto il benigno e buon governo loro ritorneran la prima et
Amate la pittura, signore? ella gli domanda. Oh, signorina, se l'amo! risponde Numa, quantunque sappia di non capirne niente. Delitto! Eppure questa poca scrupolosa esagerazione meridionale monta la testa anche al Daudet; non è compaesano di Tartarin per nulla. Flamme et vent du midi, vous êtes irresistibles! egli esclama, entusiasmato.
Evelina, in piedi, accanto a lui, gli aveva preso l'altra mano e gliela stringeva, con affetto, per confortarlo. Dopo un istante si guardarono di nuovo: la stretta di mano fu assai più forte, più lunga, e seguitarono a sospirare e a tacere. Nel salotto non si udiva che il russare di Numa sul canapé, e dalla cucina il rumor sordo dei colpi della Gioconda che batteva le costolette.
Vedrai il bronzo che mi ha regalato. Il povero Numa! si muove.... miagola!... È un capolavoro! E con noi, nel Consiglio di amministrazione, abbiamo un altro amico di tuo marito: Francesco Kloss. Nora trasalì: era proprio vero! Allora si confidò collo zio e gli parlò delle cambiali. Matteo Cantasirena diventò serio, poi sorrise, la consolò.
Finì col sedersi vicino a Evelina, dopo aver cacciato Numa fuori del salotto, buttandogli dietro un vecchio ombrellino rotto. Ft! Marche!... Quella bestiaccia infingarda e golosa non la poteva soffrire!
Hai visto Pietro Laner? tornò a domandare lo zio Matteo. No.... Sì. No, sì, esclamò Cantasirena ridendo. Ce n'è per tutti i gusti! Evelina se ne andò passo passo: voleva lasciar solo lo zio con "quell'altra". Mentre Evelina usciva, entrava Numa chetamente. Vedendo Cantasirena il gatto si fermò, non si arrischiò di venire avanti. Rimase sotto la seggiola attento, cogli occhi fissi che luccicavano.
Caro Numa lo puoi dire alla nostra Gioconda!... Il padrone è stato un eroe del sacrificio!... e morte ai tirolesi! Quella vittoria, quell'intimo e sereno compiacimento gli recò, col buon umore, le più felici ispirazioni per la grande conferenza di Primarole. Di solito, la domenica dello Statuto piove sempre; quel giorno fece eccezione. È il sole pronubo della Cisalpina!
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