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Come non vi venne in mente che, inalzandovi contro la teoria del pugnale, soccorrevate, scortesemente immemore, alle calunnie delle spie, dei creduli e dei nemici senza coscienza, che m'apposero sentenze di morte, tribunali segreti e tendenze a vendette illegali?

Eh, in quanto ai sospetti, certamente ci ho i miei! E se fossero fondati sul sodo, io metterei pegno di poter toglier la ragazza da quella casa. Ma per esserne certo, occorre mettere il naso in quel benedetto cofano. E questi sospetti si potrebbero sapere? Sarebbe questo per avventura un altro dei vostri segreti, padre mio?

Sei dunque uscito? gli ho chiesto. , ho fatto le mie visite, e per me e per te. Non mi crederai mica un egoista! Sorrido e ringrazio; ma non ardisco chiedergli altro. Frattanto si affaccia Pilade sull'uscio, e gli fa cenno. Che vuoi? dice Filippo. Ah, , ho capito; vengo subito. Segreti? domando io. No, si tratta di una commissione. Vado e ritorno.

Il suo Alberto! Perchè suo? suo e di tutti. Quelle mani non avevano abbracciata, stretta, accarezzata Giuditta? e quante altre! Ora lo sapeva; e questa Giuditta era in paese. Quando lei passava al braccio di suo marito, Giuditta poteva vederla, scrutarne il volto e sorprendere i segreti della loro intimit

Con questo ultimo alpinista e coadiuvato dal compianto Savoye, fu nel 1892 al Monte Bianco pel ghiacciaio della Brenva, creando un'altra variante. Posso asserire, senza tema di essere smentito, che nessuna guida salì questa montagna tante volte e per tanti lati come fece Emilio Rey. Con quel colosso era in intima confidenza, ne conosceva tutti i segreti, tutte le debolezze; era, si può dire, quasi propriet

Poi, un bel giorno, la Ricevitoria sloggiò; sloggiarono, rimossi in fretta e furia, i cancelletti di legno dai bastoni unti dalle mani dei poveri contribuenti, sloggiarono i gravi registri che chiudono tanti segreti di ristrettezze e di privazioni, sloggiò un cassiere malinconico insieme ad un piccolo gatto grigiastro, il quale annusava specie le gambe dei salumai che venivano a pagare.

Ne la stanza regale, ampia e rotonda, ove brillano scritti a le pareti i versetti de' saggi e de' poeti in bei carbonchi di Palesimonda, il Re si chiude in suoi pensier segreti: la barba il petto eröico gl'inonda. Lo sguardo ei tien su 'l cofanetto assiro che in dieci lune l'orafo compose. Giunge da li orti il soffio de le rose, quasi con metro egual, come un respiro.

Frequentissimi inoltre i violenti comandi a giustizieri, a portulani, a segreti per anticipazioni delle tasse da riscuotersi; e non meno eran gli imprestiti, che da privati, da comuni richiedea il re, e a sua voglia faceane i patti, e pagava a sua voglia .

Leggi; rispose il Fiesco, levando dal giustacuore la lettera che poche ore prima gli aveva consegnata Giovanni Passano. Poi, rivolgendosi al suo luogotenente, soggiunse: Caro mio, non ti maravigliare. Per mia moglie e per mia madre non posso avere segreti. Fior d'oro, intanto, aperto il foglio sotto gli occhi di madonna Bianchinetta, a mezza voce leggeva.

.... Pur, quando a la mia fronte austera e smorta Tacitamente, o madre mia, tu miri, Come in amare ricordanze assorta, Poi, timida, sospiri; Di lontane memorie una dolcezza, Di battiti segreti un’armonia, Mi spinge a ricercar la tua carezza Appassionata e pia. Ne la penombra dell’ora quïeta, Sotto il tuo caro sguardo, a te vicina, Madre, vorrei scordar che son poeta, E ritornar bambina.