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Se improvvisa Su lui s'asside la fatal bonaccia, Ne dispera il nocchiero, e gela e trema, Che invan raggiunge coll'ansio desìo Le patrie sponde, i pargoletti figli, E della sposa l'iterato amplesso.

Lo quale, dopoi un lunghetto ricercare di quelle sonore corde, in queste rime cosí proruppe, dicendo: Crapula. Vanitade. Soperfluitade. So ben che 'l mio lodarvi, donna altera, quando che non vi giunga, avete a sdegno; so ben che 'l mio avvezzato in fiumi legno trovar porto nel vostro mar dispera.

Dicoti che, se essi con altra virtú non m'adimandano, non saranno conosciuti da me per misericordia, ma per giustizia. che Io ti dico che la mia providenzia non mancará a chi in veritá spera in me, ma in chi si dispera di me e spera in . Sai che speranza in due cose contrarie non si può ponere.

«E tudisse, «tu sei un mostro. Piangi, grida e ti dispera, che l'angoscia tua non è la millesima parte di quella io vorrei che tu provassi. Ma i lamenti e le lagrime de' miei figli innocenti, che per te patiranno inedia e fame, ricadranno sul capo tuo, e tu vivrai, te lo predico, disperato per sempre

Cardello, presa la latta, stava per uscire quando s'incontrò col dottore. Va male? gli domandò sotto voce. Il dottore scosse la testa ed entrò. Alla vista del vecchietto basso, tutto canuto, che portava in mano una boccetta con la medicina, don Carmelo si fece avanti ossequioso. Questa sciocca si dispera! È vero che non è niente, signor dottore? Glielo assicuri lei. Me, non mi crede.

10 Come levrier che la fugace fera correre intorno ed aggirarsi mira, può con gli altri cani andare in schiera, che 'l cacciator lo tien, si strugge d'ira, si tormenta, s'affligge e si dispera, schiattisce indarno, e si dibatte e tira; così sdegnosa infin allora stata Marfisa era quel con la cognata.

Per chi dispera tutto è rovina! Cammina e spera, spera e cammina. Arunto Clea Grazie, buon vecchio. La pace è con noi. Arunto Che splendida creatura! Clea Mi sembri inquieto. Che fai? Arunto La figura di uno stranissimo mago m’è apparsa or ora. M’ha parlato di voi, ed è sparito. Clea (mal frenando la curiosit

Il Luraghi mi desta una compassione indicibile. Tutte le volte che posso andare nella cella mi sento riempire gli occhi. Non mi parla mai dei suoi patimenti. Non mi parla che della sua mamma. Egli la piange come uno sciagurato che dispera. Mi diceva l'altro giorno che la sua povera vecchia di ottant'anni è il suo grande tormento. Ha paura di non poterla più vedere. Perdere i denari, perdere una fortuna nelle speculazioni bancarie è una cosa che si può anche sopportare. Ma perdere la mamma che si adora, in prigione, è superiore alle forze del condannato. Io spero che questo terribile dolore gli sar

Quanto a messer Nicolò di Oderigo, richiesto da me che cosa fosse scritto a lui, per darvene contezza, risposemi queste parole: "Il nostro eccelso concittadino spera e dispera ad un tempo: è come un naufrago, che può toccar terra con l'aiuto di Dio, o andare sommerso nel profondo del mare. Egli è tanto disgraziato come grande".

FESSENIO. A dirlo a te, non bene. Pure non so. SAMIA. Basta. Noi stiamo fresche! FESSENIO. Addio. SAMIA serva, FULVIA. SAMIA. Ti so dire che la va bene! ché da Lidio dallo spirito porto cosa che buona sia. Questa è la volta che Fulvia si dispera. Vedila che appare su l'uscio. FULVIA. Tu sei stata tanto a tornare! SAMIA. Non ho, prima che or ora, trovato Ruffo. FULVIA. Che dice?