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Alberto mangiava, e, solamente, vedendo il piatto di Marta quasi sempre vuoto, la esortò a mangiare anche lei. Sulla fine del desinare domandò: Tua madre non ha ancora scritto? No. Se tarder

Al Cènci, quando parve tempo, persuaso sorprendere Beatrice con qualche foglio scritto da lei, o ricevuto di fuori mercè il soccorso di Marzio, cauto, ed obliquo a modo del gatto, strascinandosi a stento per via della sua infermit

Mi ha scritto, domandando la mano di Eleonora, e giovedì l'avremo qui a pranzo. Il Casalbara? la sposa davvero?... È sicuro?... ed Evelina si rizzò più gobba, fissò lo zio Matteo cogli occhi più loschi, mentre una vampa rossiccia, biliosa, le accendeva la faccia gialla. La ragazza era invidiosa; bisognava calmarla. Povera Nora!... sospirò lo zio Matteo.

C'erano tutte le fanciulle della Dottrina Cristiana, presiedute dalla Veronica che aveva scritto, per l'occasione, un'ode, in poesia, nella quale encomiando le pie virtudi della nobile donzella e le larghezze sue al tempio, ai mendichi e ai grami le augurava che fossero: Pegni d'immenso gaudio Che dura eterno ognor.

Si assopì qualche minuto, e poi ridestatosi, chiamò Benedettina, ma essa era pronta. Fammi la gentilezza di leggermi qualche cosa di quel Librone che troverai su quella cassettina, quello che porta per titolo: Le mie memorie, ed onde non annoiarti, e non indebolirmi troppo, puoi aprirlo, così a caso, tre o quattro volte e leggervi quanto vi troverai scritto. Sentiamo.

Egli il giorno di Pasqua ha fatto danzare nella chiesa i suoi frati con le loro donne, dicendo che stava scritto che Davide, per onorare Iddio, danzò innanzi l'arca: e la domenica delle palme li ha fatti entrare in chiesa a bisdosso di somari, perchè così Gesù Cristo entrò in Gerusalemme. Non si debbe dunque imitare Davide e nostro Signore? dimanda Baccelardo con impazienza.

Ho accettato a patto che ella ricevesse una riga di scritto in cui mi dichiaro sua debitrice. Tu mi devi fare un altro piacere, pap

Sul medesimo stampo e col medesimo carattere di discorso ufficiale è scritto anche il panegirico dell’imperatrice Eusebia, che, in parte, gi

E Dio», riprendeva il frate con voce tanto più commossa quanto iraconda erasi fatta quella del Visconti. E Dio vi conceda lume per ben adoperarla. Ma avete esaminato voi stesso se mai non vi traviassero personali affezioni? Siete certo che non v'inganni alcuno di quelli, di cui sta scritto che preparano continuamente saette per colpire nelle tenebre i buoni?

Avrebbe scritto un libro. Il Libro! Una grande opera seria, con alti intenti; non un volumetto di brevi poesie scapigliate, effimere, che si leggono oggi e si dimenticano domani. E si era prefissa di non pensare ad altro che al Libro; di non vivere che per il Libro. Avrebbe sognato il Libro; passeggiato per il Libro; respirato, mangiato, dormito per il Libro.