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Per questo sentii poi dire da molti catalani: "Eh! tra la vostra lingua e la nostra c'è poca differenza!" Sfido io! Potrebbero anzi dire quello che mi disse con un tuono di benevola alterezza un corista castigliano, a bordo del bastimento che mi portava cinque mesi dopo a Marsiglia: La lingua italiana è il più bello dei dialetti che si sian formati dalla nostra.

Non un'avventuriera, egli sarebbe stato pronto a giurarlo; anzi, secondo tutte le apparenze, una signora molto per bene che aveva qualche forte ragione per nascondere il vero esser suo; perch'ella non era francese, il dottor Boni avrebbe giurato anche questo; era italiana come lui, sebbene non certo milanese, non lombarda... Del resto, con un po' di furberia, gli sarebbe riuscito di scavar terreno.

Fu a Nizza, italiana allora, che circa quarant'anni or sono si innamorò del bel cielo tirreno, s'appassionò alla patria nostra che più tardi visitava e studiava in ogni sua parte.

Uno sgomento più grave lo assalse un giorno, quando l'agente delle imposte volle gravare sull'arte italiana per mettere le toppe alla finanza dello stato.

Ebbene, quando io la lasciai, ella mi confessò che era nata a Napoli, era sempre vissuta, a Napoli e solo da un anno si trovava a Parigi!... L'avresti riconosciuta per italiana, tu? Alla prima occhiata! dichiarò il Martellieri. «Non, mais, faudrait pas me mener en bateau, tu sais»? disse il Berlendi, mentre gli altri ridevano alla bizzarra espressione.

«La fama della Legione Italiana si era sparsa tra questi nostri coraggiosi compagni, squisiti estimatori del valore; e quando si seppe che eravate, rimontando l'Uruguay, per combattere le orde di Oribes e di Rosas, essi ardevano dal desiderio di riunirsi a voi e poco faticarono a risolvermi, essendo io stesso gi

E sono nomi cari non soltanto nel ristretto cerchio della Repubblica oramai moritura, ma eziandio in quello più vasto e luminoso della storia militare italiana.

Avean qualche rimorso queste dominatrici famiglie dell'Italia, nell'aizzare le nostre popolazioni infelici, siccome mastini, le une contro le altre? Rimorsi! Ma che rimorsi! Tutto il loro studio non era forse d'inimicarle, e tutto il loro interesse? acciocchè continuasse ad esser difficilissimo, se non impossibile, l'unificazione della patria Italiana?

E veramente, padrone di quelle alture, il nemico, colle preponderanti sue masse, ci avrebbe avviluppati e minacciati nella nostra ritirata. Ma in quel punto trovavasi l'intrepido colonnello Marrocchetti¹, comandante della Legione Italiana, e di tutta la vanguardia. Con lui stavano Masina e Daverio, che valevano un esercito.

Fu in quelli invidia solita italiana, e in questi vendetta delle angarie ed usurpazioni giá esercitate contro essi da Arduino marchese o da Arduino re? Difficile a risolvere questo punto di uno de' piú interessanti episodi di nostra storia. Certo, Arduino è accusato dagli annalisti poco men che unanimemente.