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Aggiornato: 5 maggio 2025
Corse allor l'ammiraglio un gran rischio, e, come mille altre volte, l'aiutò la fortuna. «Chi è dalla barca?» gli gridò una scolta; e l'ammiraglio pronto: «Povero pescatore; e m'affatico per servigio del re.» Ma tornato di presente al suo navilio, prendevi una man di trecento tra Catalani e Siciliani, per assalire Castelvetere, terra a quattro miglia dalla spiaggia.
11 Marsilio prima, e poi fece Agramante passar la gente sua schiera per schiera. I Catalani a tutti gli altri inante di Dorifebo van con la bandiera. Dopo vien, senza il suo re Folvirante, che per man di Rinaldo gi
VIII, nè ricordata da alcun documento, o memoria degna di fede; e che per lo contrario tace le buone e solide ragioni del dritto della regina Costanza, e della elezione dei Siciliani, e l'altra, ch'ei tanto metteva innanzi, dei denegati aiuti del papa contro gl'infedeli; le quali ragioni leggonsi nel detto manifesto, in Saba Malaspina, nella Cron. di S. Bert., e negli istorici siciliani e catalani più informati del linguaggio della corte aragonese in quest'incontro.
Allor Pietro manda intorno la grida della misera condizione dell'oste, e ch'uno sforzo la metterebbe al nulla: fa bandir da Alfonso la levata in arme in Aragona: ei stesso chiamavi i Catalani; da tutti con maggiore alacrit
Nei pochi giorni che rimasi a Barcellona, solevo passar la sera con alcuni giovani catalani, passeggiando sulla riva del mare, al lume della luna, fino a notte avanzata.
E mi parve di sentire una gran differenza tra le voci di quella gente e le voci dei Catalani: qui più limpide e più argentine, ed anco il gestire più gaio, e l'espressione dei volti più vivace; benchè nulla ancora di particolare nelle fisonomie e nei colori; e il vestire punto differente da quello delle nostre plebi del nord.
La cosa più curiosa ch'io vidi è la mascherata dei bambini. Si usa vestire i bambini al di sotto degli ott'anni, quali da uomini, alla moda francese, in completo assetto da ballo, con guanti bianchi, gran baffi e gran zazzera; quali da Grandi di Spagna, coperti di nastri e di ciondoli; quali da contadini catalani con la berrettina e la manta.
E Reggio, debol di sito e di mura, tenne inopinatamente, per la virtù di Guglielmo de Ponti catalano, e d'un picciol presidio di Catalani e Siciliani, nel quale si noveravan Messinesi trecento.
Narrò che un terremoto separolla da Procida; che Omero e Pindaro l'appellano Inarima perchè abitata da scimmie, che le incessanti esplosioni vulcaniche la mantennero deserta sino ai tempi del re Jerone; che nel 1302 venne nuovamente derelitta da un ombrello di fuoco emerso dalla Solfatara pel corso di due mesi; che nel 1440 Alfonso d'Aragona ne cacciò tutti gli abitanti maschi e costrinse le vedove a sposare uomini catalani e spagnuoli.
Questo fatto è provato inoltre da' privilegi di colonia provenzale, che Carlo II nel 1300 concedette ai Catalani dell'armata. Diplomi del 3 gennaio tredicesima Ind. nel reg. del r. archivio di Napoli, segnato 1299-1300, C fog. 50 a t. Presso il Caruso, Bibl. sic., tom. II, pag. 780. Saba Malaspina, continuazione presso di Gregorio, Bibl. arag. tom. II, pag. 332.
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