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Non c'erano che le ventimila lire.... e le zie di Crodarossa. Sopra lo zio Matteo svanivano le speranze. Prodigo con tutti gli altri, era taccagno con Evelina, perchè istigato contro di lei dalla Gioconda: era taccagno col Laner, perchè quel trentino gli era antipatico, perchè aveva ancora il rodimento delle famose ventimila lire, le sue ventimila lire.... cioè quelle del Casalbara.

Celestina, invece, gli si buttò al collo, tutta intenerita: Che cuore che hai! dopo tutto, bisogna aiutarli, i propri parenti!... Il giorno appresso, Augusto Marinelli, con un dispaccio in mano, entrò come una bomba in casa Tuccimei e gridò a Macario: È morto di colèra alla Spezia lo zio Luciano e m'ha lasciato ventimila lire di rendita. Che fortuna! che fortuna!

E perché queste gentildonne mancano di doti, io li faccio un donativo degno dell'amore e generositá loro, di ventimila ducati per una; dopo la mia morte a succedere non solo alla ereditá ma nell'amore: e se agli altri si dánno per usanza, vo' donarli a voi per premio. E per segno d'amore vuo' abbracciarvi: il sangue mi sforza a far l'offizio suo.

Piuttosto gli sarebbe andato incontro, per avvertirlo di girare di bordo, e intanto lo avrebbe messo alle strette per il matrimonio, per riavere le sue ventimila lire.... e per le due o trecento che gli occorrevano al momento. Se vuole, le ha! pensava il giovanotto. Se vuole, può far saltar fuori le trecento e poi anche le ventimila!

No, vi assicuro... credo che fra tutto... quindici, o venti... , debbono essere ventimila.. In un anno? Ma bene, per Dio! Tirate innanzi così. Alla mia morte, che spero non sar

Abita colassù, cioè, dico male, abitava nel gennaio 1857 il protagonista del mio racconto, uomo sui trentaquattro, laureato in leggi, scapolo, non brutto, antipatico, e con ventimila lire d'entrata.

Il mio uomo gli ha dato il necessario per pagar le cambiali, e più ventimila lire, che andarono subito in tasca ad un mercante di cavalli. Se n'è pigliata una satolla, di grandezze! Ma si sa, chi vuole il dolce, senta l'amaro.

Intanto.... vi annunzio che nello spazio di otto giorni, dovrete pagarmi lire ventimila. Quindicimila serviranno ad arrotondare una somma, che ho in deposito: con le altre cinquemila voglio far un viaggio in Italia e in Inghilterra con lui.... Non voglio rimaner sempre qui.... Ed è giusto che voi.... voi, la signora che ha tanta alterezza, paghiate le spese dei miei piaceri!

Ed il babbo, che era tanto afflitto pel benefizio perduto! Quel benefizio di certo era una ricchezza, Vincenzo non aveva idea di quanto fruttasse; ma gli pareva qualche cosa come le ventimila lire portate via dallo zio d'America. Dacchè era al mondo aveva sempre udito parlare di quel benefizio. Molte volte gli era venuto all'orecchio questo discorso, che l'aveva fatto palpitare d'orgoglio: «Se le ragazze non troveranno marito perchè non hanno dote, avranno sempre il fratello prete, e non mancheranno di nulla». Gli era sembrato d'esserci gi

La signora Angelica e la signora Rosa, piombate da Crodarossa a Milano, spinte dal presentimento, dal dubbio di una disgrazia, vi ritrovavano invece il loro Pierino rimesso in gamba, colle ventimila lire ancora intatte, e "vicinissimo a farsi uno stato magnifico, sotto la protezione del signor commendatore direttor."