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Aggiornato: 24 luglio 2025
Il piccolo Laner, appena tornato per le vacanze a Crodarossa, e non osando parlare, scrisse alle zie una lunga lettera pregandole, scongiurandole "di non voler la sua morte." Cioè, di non costringerlo a ritornare in Seminario. Non sentiva più la vocazione; sarebbe stato infelice tutta la vita; piuttosto si sarebbe lasciato morir di fame!
Anche al banchetto, Pietro Laner ebbe uno degli ultimi posti: fra il maestro comunale di Casalbara e un assessore di Primarole. Eppure.... eppure finì per essere contento di trovarsi così lontano, così in disparte, quasi inosservato: poteva guardar Nora, continuare a guardarla. L'ira, la collera erano svanite; non gli restava più che il suo amore pazzo, la sua gelosia furiosa. Nora! Nora!
Il duca rispose con un complimento; Nora, invece, si oscurò in viso. Evelina era rimasta presso il Laner per assisterlo, per vegliarlo. Ma il direttore aveva proibito a tutti di far parola con Nora di quanto era successo, fino al giorno dopo. Conosceva e temeva l'umorino bizzarro della ragazza. Avrebbe potuto seccare, far perder tempo, mentre tutti erano occupatissimi per il gran pranzo.
Sai che non ti può vedere!... Perchè le vai sempre fra i piedi? Domani torno a Milano borbottò il Laner. Son venuto soltanto per la visita del Ministro, non per.... gli altri. Domani ritorno a Milano. Non c'è bisogno di scappare e non c'è bisogno di correrle dietro.
Prima gl'interessi di Milano e dopo i miei privati. Ho sempre fatto così! Al povero ragazzo tremavano le gambe. Mi ha scritto lei di venire subito a Milano. Sono Pietro Laner, di Crodarossa.... e questi sono i sigari di Virginia, proprio scelti uno a uno. I sigari furono un lampo per Matteo Cantasirena: il lampo che rischiarò le ventimila lire.
E chi lo avrebbe detto? la più tormentosa nemica della duchessa di Casalbara della sfolgorante duchessa che maravigliava perfino il mondo cosmopolita di Mentone e di Nizza colla propria avvenenza, colla propria eleganza, quella cui essa pensava con maggiore accanimento, era la piccola gobba, la misera cenciosa, era la moglie di Pietro Laner!
Va tutto in rovina!... Bisogna scappare, salvarsi, e salvar la mia roba!... mormorava la signora Laner fra sè.
Al dubbio solo, all'idea di poter perdere Nora, gli si empirono gli occhi di lacrime e il cuore di disperazione. Si sarebbe ammazzato! E la padrona?... Dio! Dio! Dove aveva avuto la testa fino allora? Era la prima volta dal suo arrivo a Milano, che Pietro Laner cominciava a vederci chiaro d'intorno a sè, davanti a sè. Dio! Dio!... Come mai si era ridotto a quel punto?
E dopo che la Gioconda, seguita da Numa, era tornata in cucina colle provviste, quando tutti stavano per riaversi dal primo sbalordimento di quella gran notizia, Matteo Cantasirena ebbe un impeto di collera contro Pietro Laner: Vi trovo qui ancora, voi?... E vi ho proibito di venire dalle mie figliuole quando non sono in casa!
Però, sentito il caso, si affrettò, tanto per fin di bene, quanto per il quieto vivere, a calmare e a confortare le signore Laner. Tutto per il meglio, signora Angelica! Ma tutto per il meglio, signora Rosa! È sempre Quel di lassù che vede e provvede, e dobbiamo ringraziarlo come di un nuovo, segnalato favore.
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