United States or Syria ? Vote for the TOP Country of the Week !


E mentre ch'andavamo inver' lo mezzo al quale ogne gravezza si rauna, e io tremava ne l'etterno rezzo; se voler fu o destino o fortuna, non so; ma, passeggiando tra le teste, forte percossi 'l pie` nel viso ad una. Piangendo mi sgrido`: <<Perche' mi peste? se tu non vieni a crescer la vendetta di Montaperti, perche' mi moleste?>>.

Presa questa risoluzione, ella passeggiò con le mani sulla tastiera ingiallita e suonò lentamente la «Serenata» di Schubert, che le spezzava sempre il cuore, e che in quell'occasione le fece piover dagli occhi lagrime abbondanti. Pareva l'addio alla fanciulla lontana, che nel frattempo viaggiava, viaggiava, verso un destino crudele, verso una citt

Anche di amore? e lo fissò, negli occhi. Anche di amore. egli rispose, a capo basso. Ella impallidì un poco: ma si rimise subito. Io sarò un'anima tenera per te, Paolo. Non ti prendere questo duro incarico, povera creatura; lasciami al mio destino. No, no, ti voglio bene, mi sei sempre piaciuto... tentiamo questa salvazione, Paolo... Un lugubre compagno di viaggio, Chérie...

Ed ora, io non ti ho domandato che cosa tu sperassi per lo addietro da lei: ti domando in quella vece che cosa speri adesso, poi che ella ti ha richiamato alla tua condizione di vassallo. Non ella, gridò il Bardineto, non ella, il destino. Vedi, Sangonetto, tu ti sei giudicato da te. V'hanno cose che tu non intendi, verresti a capo d'intendere.

Prima di rispondere, esso glieli aveva strappati di mano, e con un tremito febbrile strinse Fanello: era l'anello ch'egli avea dato alla Rosalia quando la promise sposa. A guardarlo, che pensieri gli corsero alla mente, che tempi si ricordò! Tempi d'amore, di pace; che avevano lampeggiato un istante sul bujo dell'anima sua, come se una rosa germogliasse fra le cocenti arene del Sahar. Colle dita tremanti fece un moto quasi volesse avvicinarlo alle labbra, poi dispettoso lanciollo per terra. E mentre la Nena premurosa ne seguiva il fosforico brillare fra le tenebre, e raccolto lo riponeva, gli uomini con un silenzio pieno di aspettazione si fissavan sopra quell'uomo, alla cui figura cresceva terrore la rossastra luce del fuoco. Egli stracciava il sucido involto dell'amuleto, e svolgeva due brani di pergamena, indi accostatosi ad un tizzone, leggeva tra : Poichè il destino della nostra patria è deciso, la abbandono, e vo contro gl'infedeli. Solo m'affanna il discostarmi da te che sopra ogni cosa amo. Cinque giorni rimango da queste parti. Se puoi eluder la vigilanza di lui, fa ch'io possa una volta vederti, abbracciarti. Il valletto che ti reca questo, doman sera torner

Quando Alpinolo s'accorse che il più seguirlo era un perder tempo, non vi starò a descrivere che rumore menasse, quanto bestemmiasse quel che si bestemmia quando altro non si sa o non si ardisce, cioè il destino, per averglielo mostro un tratto, poi tolto di nuovo: sopratutto dava biasimo a quei Lombardi come imprudenti, come sconsigliati, per avergli pôrto ascolto; e che bisognava arrestarlo, e che non s'ha a prestar fede al primo avventuriero che capita... ma tra quel rimproverare sorgeva la voce della coscienza a dirgli: E tu?

Ma, accanto ad ogni maschia figura d'eroe, egli trovava una dolce figura di donna, il cui nome si confondeva con quello della patria nel pensiero del guerriero innamorato. E, a misura che il tempo passava, il conforto che il povero seminarista aveva trovato nell'idea di farsi cappellano di reggimento, prete-soldato, non gli bastava più; tornava a sorgergli nell'anima, più ardente di prima, la ribellione contro il suo destino. Alle scene di guerra che avevano turbata la sua fantasia, ora succedevano le scene d'amore, che la turbavano ben più. Gli bastava di portare lo sguardo sulla tonsura de' suoi compagni, per sentirsi tutto ardere di sdegno. L'uscire in istrada colla lunga fila dei seminaristi era un supplizio per lui. Gli pareva che gli uomini ridessero nell'incontrarlo, e che le donne, nel guardarlo, non arrossissero come arrossivano guardando gli altri giovani della sua et

Gasparo era ammutolito. Che rispondere alle manifestazioni esaltate d'una passione che non tentava nemmeno giustificarsi, ma si affermava come un fatto inesorabile, voluto dal destino? Ed egli, il forte e prode uomo, si domandava tristamente come un libertino volgare, senza ingegno, dignit

Orrore! Orrore! La vita sofferta ritorna, ripete stessa, imita i suoi stessi spaventi? Il destino atroce recita la stessa parte due volte? Tutto sar

Così parlava Filippo Bertone. Nicolino Ariberti avrebbe voluto dire qualcosa, per consolare l'amico; ma pensò giustamente che quello non aveva bisogno di consolazioni, come non aveva bisogno d'incoraggiamenti. Son rari, ma pure qualche volta si trovano, questi uomini privilegiati dal destino, solitarî sventurati e sereni, che possono dar consiglio altrui, ma non riceverne per .