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È troppo tardi! Il Dio sta per raggiungerci! I suoi garretti tesi, serrati entro maglie di barbaro oro, vibrano e risplendono... I suoi grevi passi risuonano sulla riva d'argento, e il suo torso colossale, muscoloso di raggi, ingombra il profondo azzurro fino allo Zenit!... È troppo tardi!... Tutto è perduto! Il Dio ci raggiunge... Per noi, non altro scampo che il mar che ci guarda, pupilla immensa, tutta cigliata di fiamme! Egli viene, ebbro di corsa, agile e nudo, tese le braccia, a te, per abbracciarti! Gi

Che desolazione! Chi parte non avverte il distacco; ma quelli che restano! Non ho chiuso occhio in tutta la notte. GIULIA entra. Giulia! Tesoro! Due minuti soltanto: il tempo di abbracciarti. L'abbraccia. Come fosti buona! E Nennele? Nennele entra con Lucia. Eccola. Amore. L'abbraccia. Non posso dire quello che perdo. E a me! Parto anch'io. A voi la mano. Anzi tutte e due le mani.

In quell'ore fantastiche di pena Godo passar dinanzi alle tue porte, E il core allor secreto pianto sfrena, Inconsolabil di tua infausta morte. Ma poi le tue sentenze generose Mi tornan nella mente, e il tuo sorriso; E m'inondano il sen dolcezze ascose, Ed anelo abbracciarti in Paradiso.

Mamma, non pensar male di me se non sono tornata a Milano ad abbracciarti, a dirti addio, prima di partire per questo viaggio atroce, per questa terra straniera e così lontana. Non mi reggeva il cuore. E poi Aldo disse che non ne avevamo i mezzi; e forse aveva ragione, visto che i nostri «viatiques» riuniti e i miei gioielli venduti bastarono appena appena a portarci a New York.

Io avrei voluto abbracciarti e farti un bacio e tu ti ritiri, che quasi mi facevi cadere e poi invece mi domandi se tiro su i calzoni colle carrucole. Mi piace tanto a veder gli uomini arrabbiare! Ancora?

Certamente, signora; un po' d'aria, un po' di moto, e cosiffatti vapori si dileguano subito. Ne sono proprio contenta! esclamò la Perrotti. Addio dunque, Luisa; fatti animo. Io, se avrò domani un ritaglio di tempo, verrò ad abbracciarti risanata, e se non potrò io, manderò il servo a pigliar le tue nuove. Grazie, mia buona Aurelia; rispose l'Argellani stendendole la mano a rivederci

Se te l'ho detto, la è una storia lunga.... vorrei bene che tu la sapessi; e hai ragione di dire ch'è un miracolo, se son qui. Malann'aggia quest'uscio che sta fra noi due! Verrei così di gusto ad abbracciarti, a stare un po' con te, a dirti la mia storia. Non andar via, no; conta su, parla di te; è la prima voce che sento da due mesi, la prima che sento nell'anima.... ed è la tua, Rocco!

Essa tremava: era divenuta in volto bianca come il suo abito: quel bacio di fuoco l'avea subito richiamata ad altre sensazioni e altre idee: ma incontanente il suo orgoglio le attuti. Dianzi ho cercato abbracciarti... insisteva Roberto, , e tu mi hai sfuggito, e vuoi ch'io sia calmo! La scena andava troppo in lungo.

È geloso forse? domandò Matteo Cantasirena aggrottando le ciglia. L'altra alzò le spalle. E allora, cosa c'è? Ho saputo soltanto un momento fa, da quella peste di Evelina, che eri tornata; iersera ti ha veduta in carrozza. Ho lasciato che si sfogasse contro di te, e sono corso qui per abbracciarti.

CLERIA. Egli mi tocca? ESSANDRO. Ti abbraccia, ti bacia e ti vede sempre, e ha tanto piacer di vederti e di abbracciarti che mai simil ebbe; ed egli si terrebbe felicissimo se in quel punto fusse riconosciuto da voi. CLERIA. Scherzi, eh? ESSANDRO. Possa morir se scherzo. CLERIA. Perché dunque non mi si scuopre? ESSANDRO. Perché dubita. CLERIA. Di che dubita?