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Crescendo adunque il potere e il numero degli streghi a misura delle persecuzioni, anche i ripari e gli antidoti si moltiplicarono: e mentre la classe culta aveva scongiuri e fiamme, il popolino ne praticava di meno empj e atroci; ad ubbie opponeva ubbie; e tra siffatti rimedj, efficacissima era tenuta la rugiada della notte di San Giovanni.

Come se me l’avessero calpesto il cor mi duole, e fede m’abbandona: mi sferzan tutta, carne anima vene, le passïoni con ardor selvaggio, ed io sento che vano è il mio coraggio, sento la morte o la follia che viene.... Toccate quanta arsura ho nelle mani, guardate quante fiamme ho dentro gli occhi. Fate ch’io preghi, curva sui ginocchi, come nei giorni placidi lontani!...»

come ad Arli, ove Rodano stagna, com’ a Pola, presso del Carnaro ch’Italia chiude e suoi termini bagna, fanno i sepulcri tutt’ il loco varo, così facevan quivi d’ogne parte, salvo che ’l modo v’era più amaro; ché tra li avelli fiamme erano sparte, per le quali eran del tutto accesi, che ferro più non chiede verun’ arte.

E se non fossi madre avrei avuto cuore di avventarmi nelle fiamme per salvare te, e il tuo figliuolo? Voi? E vi chiamate? Donna Luisa... Moglie? Di Giacomo Cènci. Ah! Signora; comunque io sia femmina di scarso intelletto, pure comprendo che lingue malvage hanno ad avere messo scandalo di me. Ora uditemi.

Andiamo tutti a consolarlo, a distrarlo un po' disse don Procolo Forse ha bisogno di vedere la faccia degli amici, di rifarsi il sangue, povero 'legrìa! Andiamo a liberarlo dalle fiamme del purgatorio.

Nessuno lo sapeva, nessuno poteva spiegarglielo ed ella supponeva che le nascondessero un mistero, perchè il ragionamento dicevale che una prova di luce elettrica non può mettere in fiamme un teatro.

Orderic Vital segnala il contagio di questo vergognoso vizio: «Allora, dice, gli effeminati dominavano in tutti i paesi e si abbandonavano liberamente alle loro sozze corruzioni, degne delle fiamme dei roghi, essi abusavano impunemente delle orribili invenzioni di Sodoma

Almeno avessi dei vicini di pranzo divertenti: ti seccheresti meno, Riccardo mio. I vicini sono Mario Torresparda e Filippo Ventimilla. Quella Villa Borghese è una ghiacciaia mormorò lei rabbrividendo dal freddo, presentando le manine inguantate alle fiamme. Fai male ad andarci, allora rispose il marito colla sua bella calma che niente arrivava a turbare.

Non potendo star seduta in casa, usciva cinque o sei volte al giorno, per recarsi ora alla casetta degli sposi, ora alla Villa Carlotta, provando spesso la sensazione paurosa di una persona che fugge colle vesti in fiamme.

Tre o quattro giorni prima che andasse alla reclusione, il direttore, impressionato dal suo tormento, gli fece imbiancare il cellone e passare alle fiamme il letto di ferro. Ne ho trovate, ci diceva lo scopino incaricato di farli morire col fuoco, a nidiate. Morivano mandando un'odore pestilenziale che mi dava le vertigini.