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Intanto bisognava prima cuocere i vasetti e le tazze. Intorno alla riuscita di questa operazione non aveva dubbi di sorta alcuna. In un vasetto soltanto era avvenuta un'incrinatura al collo, forse perchè non bene asciutto.... Ma questo era niente. Il difficile veniva ora.

Cardello avrebbe voluto sapere che cosa erano quei medicamenti e come si chiamavano: ma il Piemontese, zitto zitto, faceva tutto da . Cardello doveva contentarsi di stare a guardarlo, e sgranava gli occhi seguendo quell'operazione misteriosa che doveva poi dare lo stagno ai vasetti e alle tazze.

E raccogliendo le somme deposte sul tavolo, e rialzandosi, entrarono in un'altra camera. Il barone e il suo avversario si sedettero, e chiesero due tazze di birra doppia, che furono loro portate assieme con un vaso ripieno di tavolette di avorio. Quanto per ciascuna? chiese il rivale di Rosen. Mille sterline l'una! rispose l'altro.

Usciti di qui, è bene scappare, se si può, a prender le doccie nella più vicina casa di bagni, e poi si ritorna per vedere «la sezione franceseFatto il conto, è una passeggiata di ottomila passi. Son circa duecento sale, varie di colore e di gradazione di luce, ma quasi tutte rischiarate da una luce soave, in cui l'occhio si riposa. Ora par d'essere in una reggia, ora in un museo, ora in una chiesa, ora in un'Accademia. La Francia si prese, in spazio, la parte del leone; ma seppe mostrarsene degna. Una delle mostre più belle è quella dei cristallami, in una vastissima sala bianca e azzurrina, che attira gli sguardi da tutte le parti. È una foresta di cristallo inondata di luce, un palazzo di ghiaccio traforato e niellato, tutto trasparenza e leggerezza, nel quale brillano i colori di tutti i fiori e di tutte le conchiglie, e lampeggia l'oro e l'argento, fra un barbaglio diffuso di scintille diamantine e un'incrociamento d'iridi infinite, che fa socchiudere gli occhi. Lascio ad altri la descrizione dei grandi lampadarii dalle miriadi di prismi, dei candelabri e dei vasi cesellati, delle bottiglie e delle tazze elegantissime color di cielo, di sangue e di neve, delle imitazioni di Murano del Baccarat o dei famosi vetri, smaltati del Broccard. Io mi ristringo ad esprimere una matta ammirazione per la leggerezza miracolosa dei servizi da tavola di Clichy, fabbricati proprio per un banchetto di regine di diciott'anni, bionde e sottili come creature d'un sogno. Ah! detesto il grosso banchiere che metter

Lo trovai nella sua farmacia, dietro il banco, occupato a servire una vecchia montanara catarrosa e febbricitante. Veder quella donna che, di femminile, non aveva che la gonna cenciosa, e pensare alle roccie basaltiche tutte a buchi e a crepacci, che si trovano sulle cime, in mezzo al verde, sparpagliate non si sa come e perchè era la stessa cosa. Quella creatura apparteneva alla montagna, era una parte di essa; salendovi e scendendovi per settant'anni (che meno non ne mostrava) se ne era compenetrata la natura. Come esistono rupi che hanno profili umani, argomenti a così buie leggende, quella vecchia aveva le sembianze di una rupe; con un po' di fantasia ne avreste scoperto sull'epidermide i licheni e il muschio. Ella brontolava senza interruzione, con una voce chioccia e malinconica la litania delle sue sofferenze; il farmacista continuava imperturbabilmente a stritolare le sue droghe in un mortaio di marmo, mescendovi ogni tanto qualche gocciola di valeriana, con una eleganza tutta particolare, e un sorrisetto d'uomo contento. Era, per un simile paesucolo, una farmacia veramente bella. Il legno inverniciato e i vetri degli scaffali erano senza scrostature e senza macchie. Le due bilancie scintillavano, tazze di porcellana, scodellini di ottone, cucchiai, forbici, il rotolo di cordicina color rosa, tutto era al suo posto, come se si trattasse di essere ispezionati da una commissione della Facolt

Questa infornata dei vasetti e delle tazze eccitava l'immaginazione di Cardello. Ma ancora il Piemontese non era contento; ottenere della buona terracotta da gareggiare con quella dei vasetti antichi gi

Un'idea luminosa colpì Alice, e domandò: "È questa forse la ragione per cui vi sono tante tazze apparecchiate?" "Proprio così," rispose il Cappellaio, con un sospiro: "è sempre l'ora del , e non abbiamo mai tempo di risciaquare le tazze." "E così, andate girando sempre intorno, nei frattempi?" disse Alice. "Proprio così," replicò il Cappellaio: "a misura che le tazze hanno servito."

Il Lascaris si strinse nelle spalle; egli era innanzi al tavolino da , e passava macchinalmente le tazze, guardandone il fondo zuccherato, quasi a trovarvi un'idea. Non è probabile, disse finalmente, per dire. -È molto probabile, invece, che ella si opponga.

Mentre Cardello, secondo le sue indicazioni, impastava mucchietti di creta, egli rizzava, secondo quel che leggeva in un libro pieno di disegni, un piccolo forno da cuocervi i vasetti e le tazze foggiate. Ne aveva foggiata qualcuna anche Cardello osservando bene come faceva il padrone.

E vorrebbe rivivere Per giornate più liete, Soffocando nel cèrebro Della Scienza la sete,... Per poi forse rimpiangere, Fatto vecchio, gli allori Fra le tazze oblïati e fra gli amori! Viviam!... Rubando un briciolo, Affannosi, all'Ignoto, O tessendo una lirica Ad un pugno di loto, Pensiam che i giorni passano E che forse Arlecchino Vorria rinascer per studiar latino