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L'altro vedete c'ha fatto a la guancia de la sua palma, sospirando, letto. Padre e suocero son del mal di Francia: sanno la vita sua viziata e lorda, e quindi viene il duol che si` li lancia. Quel che par si` membruto e che s'accorda, cantando, con colui dal maschio naso, d'ogne valor porto` cinta la corda;

Si trattava di null'altro che di mansuefare il macellaio padre; al cugino pittore egli non negherebbe nulla. Ebbene mi provo. Quando vuoi che mi ci metta? Subito, si capisce. Ma quando avesse persuaso ben bene il macellaio, bisognava dire una parolina anche al notaio Cipolla, suo futuro suocero... e poi un'altra alla mamma. E alla signorina, nulla?

La povera Cecchina pianse amaramente la perdita della sua mamma; ed il carrettiere riformò il suo programma, e pensò di andar a vivere col suocero il quale, oltre a mantenergli la moglie ed i figlioli, gli avrebbe lasciato metter mano nella cassetta del banco.

«Fatti in qua» disse a colui il cavaliere smontando; e dategli in mano le briglie del cavallo, piantando lui e la bestia a spaurirsi a vicenda, salì dallo suocero, franco di passo. Gli speroni e la guaina della sciabola battuta contro i gradini, stridevano come voci di malaugurio.

Pensando alla strana avarizia di quel grande artista, di quel faro, l'usciere si propose di non gli parlar più di toccare i fondi così bene affidati alla Banca. A qual Banca? Anche questo non sapeva; e perciò quando si parlò della moratoria del Credito mobiliare, il bravo suocero si pose una mano sulla coscienza e ruppe il silenzio un'altra volta. Hai sentito, Giusto; hai sentito che ci capita?

Ma benchè gli occhi tenesse bassi, pure travide di presente la fronte severa del suocero che stava dritto colla sua alta statura all'altra estremit

Folco la guardò, comprese; e si abbandonò tra le braccia di lei, piangendo disperatamente. Giornate fosche. Gioconda tenne in quell'occasione un contegno perfetto. Sarebbe stato imprudente dimostrare un acerbo dolore per la morte del conte suocero, il quale non aveva mai voluto conoscerla, le aveva impedito di varcar la soglia di casa, ed era morto senza perdonare a lei e a Folco.

Primo Albino un grande romano, poi Boezio anche piú grande, poi Simmaco suocero di lui, poi Giovanni papa, furono accusati «d'avere sperata la libertá di Roma», di carteggiare coll'imperatore, e via via. Boezio e il papa morirono in carcere, Simmaco decollato.

Era il suocero che gli scriveva, annunziandogli che Metilde era giunta felicemente in Venezia; ed era ritornata in famiglia, dopo tante amarezze, col fermo proponimento di non vedere mai più suo marito. S’era accorta da molto tempo della tresca infame di lui, ma le mancava il coraggio di abbandonarlo.

Non aveva più piacer più vaghezza, che d'esser meco ov'io mi stessi o andassi. Senza aver lite mai stemmo gran pezzo: l'avemmo poi, per colpa mia, da sezzo. 20 Morto il suocero mio dopo cinque anni ch'io sottoposi il collo al giugal nodo, non stero molto a cominciar gli affanni ch'io sento ancora, e ti dirò in che modo.