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«Oh!... alla fine delle fini, interruppe il padre Anacleto, stizzito da certe occhiate di trionfo dategli da don Marco: lodare è bene, ma se non fosse stato colui, tanto ci salvavano gli Alemanni...

«Che faremo noi di questo ostinatodomandò il vincitore al Cavaliere del fulmine, il quale freddamente rispose: «Dategli il colpo di grazia

Ma l'affetto vinse la vergogna, ond'ei con voce piena di amore esclamò: I figli! Oh! i miei figli... datemi i miei figliuoli... Gli ufficiali preposti alla esecuzione della giustizia intendevano andare oltre; ma il popolo commosso urlò con un grido solo: Dategli i figliuoli.

Parevami codardia lo scendere, eppure trepidando sulla sorte della mia schiera e risoluto di raggiungerla, scesi. Venti minuti appresso ricomparve il contadino a riconfermarmi il fatto terribile. Dategli le due piastre e stesagli la mano, lo ringraziai stupefatto assai più della sua generosit

Perchè ha ardito morire costui prima di annullare la sua ritrattazione? E siccome mastro Alessandro stringendosi nelle spalle non fece motto, il giudice instava: Vediamo, proviamo se fosse sempre vivo; dategli una stretta co' tassilli un po' di fuoco sotto le piante, per tentare se gli tornassero gli spiriti.

Alla morte di questo fra quattro concorrenti la fortuna piegato aveva a favore di Giovanni Sagredo, al precedente Doge figliuolo, autore della storia de' Monarchi Ottomani, e quegli che nel Consiglio Maggiore aveva la difesa assunta del generalissimo Francesco Morosini contro le accuse dategli da Antonio Corraro. Udito però improvviso tumulto nel popolo, che esclamava di non voler Doge il Sagredo, temendolo forse della rigidezza dei costumi paterni, e non gi

Un momento dopo v'entrò anche il Morone, che, accorgendosi della commozione dipinta sul volto d'ambedue: Che c'è egli di così grave? domandò. Oh Dio!! Dategli la lettera Manfredo. Questi senza parlare, gliela consegnò. Intanto che il Morone leggeva, Manfredo continuava a passeggiare per camera. E così? disse il Morone quand'ebbe finito di leggere.

Dategli questo; soggiunse Lorenzo, sporgendogli un suo biglietto da visita, e v'accorgerete di non aver fallito a svegliarlo, od altrimenti a disturbarlo. Io aspetterò qui. Il servo strinse nelle spalle, e lasciatolo solo nella vasta anticamera, andò, sebbene di male gambe, a far l'imbasciata.

E mi chinai su di lui per fargli un bacio. Egli mi mise la mano sulla faccia, respingendola. Che hai? gli disse Fortunata su, fagli un bacetto. E soggiunse, sottovoce: Dategli un soldo. To', eccoti un soldo. Ora mi fai un bacio? Le sue piccole labbra febbricitanti toccarono lievemente le mie. Il secondo soldo scomparve con la manina in cui era stretto, sotto le coltri.

Ah, no! Dategli 12 mesi di reclusione, ma non rovinate il libro. Io credo di conoscere l'animo del mio amico: non gliene importa niente della condanna, purchè la sua opera sia salva. Ma continuiamo a leggere per dimostrare che non c'è oltraggio al pudore... «Era necessarioPrendo un'altra pagina.