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De Felice nei moti di Sicilia; che lo stesso pubblico accusatore non avesse potuto dimostrare un sol caso di azione diretta del rappresentante per Catania nei tumulti; che aveva torto l'on. Palberti ad ammettere la esistenza di depositi di armi vecchie e nuove sulla semplice assicurazione del questore Lucchese. Non valse che l'on. Sacchi collo esame della corrispondenza tra l'on.

A dimostrare quali sieno sempre state le sue idee, baster

Il parallelo tra l'Irlanda e la Sicilia potrebbe essere continuato e riuscirebbe oltremodo istruttivo nella parte politica; ma ciò mi pare che basti per dimostrare che senza il menomo intervento del socialismo le stesse cause hanno prodotto gli stessi effetti che in Sicilia.

E percioché questo lor vermine non muore, il seguono in giro, a dimostrare che, come nel cerchio non è alcun principio fine, cosí questa lor fatica non debba giammai avere requie riposo. E a questo atto gli solletica il vermine della coscienza con due stimoli, con mosconi e con vespe, li quali continuamente li trafiggono. E questo basti de' cattivi aver detto.

E a dimostrare come i nostri vecchi si sapessero divertire anch'essi nelle feste sfarzose, che si protraggono sino alle prime ore del mattino, e, cominciate tra lo scintillar dei doppieri, finiscono ai raggi sfolgoranti del sole, riferiamo la genuina narrazione di una fra le più allegre e gentili invitate

Il suo Giovanni Episcopo e l'Innocente serviranno a dimostrare che l'osservazione diretta può avere, anzi ha certamente un gran valore scientifico, ma che in fatto d'arte è di un'utilit

Mute lingue sciogliea; grazie divine; E di febbri cessò ghiacci ed ardori; Ed ad ogn'or per quelle strade alpine Apparìan zoppi, e divenìan cursori; Onde poi giunto de la vita al fine Lasciò ver tanto amorosi i cori, Ch'a dimostrare altrui siccome degno Fosse d'altiero onor, si fece segno.

L’origine di queste divagazioni neoplatoniche è il Timeo di Platone. Giuliano, nel suo trattato, non manca di porre a raffronto la cosmologia platonica con quella di Mosè, per trarne argomento a dimostrare la maggiore ragionevolezza della creazione per gradi e per gerarchie divine, proposta da Platone, in confronto alla creazione per atto diretto di un creatore unico, ed è evidente che la sua teoria degli dei etnici e locali è una variazione del tema platonico. Chiarita, secondo Giuliano, la posizione del monoteismo ebraico in faccia al politeismo ellenico, e dimostrato l’errore degli Ebrei di considerare come Dio unico e supremo quello che non era che un Dio secondario e parziale, il polemista passa a svolgere il secondo dei suoi concetti fondamentali, e vuol dimostrare il torto dei Cristiani che non seppero stare con gli Ebrei coi Greci e l’insostenibilit

Basteranno questi esempî per dimostrare come la dottrina tolstoiana non eviti le contraddizioni sciaguratamente comuni a tutti i sistemi filosofici di questo mondo. Certo, cogliere contraddizioni fra pensieri staccati è molto facile; ma quando si colgono negli ordinati ragionamenti non si fa altro che staccarne i concetti informatori. E considerando tutta quanta l'opera del pensatore russo, se anche le contraddizioni minori venissero a mancare, la maggiore, la più grave, resterebbe; ed è questa: che mentre egli parla in nome del perfezionamento, del progredimento umano, e dovrebbe pertanto affermare che oggi si sta meglio di prima; i suoi più acuti strali sono poi rivolti contro il presente ordine delle societ

mostra dovere egli essere stato onestamente amato da lei; dal quale onesto amore è di necessitá essere stata generata onesta e laudevole amistá, la quale esser vera non può, è durabile, se da virtú causata non è: e cosí mostra che fosse questa, in quanto la donna, di lui parlando, il chiama «suo amico». E qui non senza cagione, lasciato stare il proprio nome, il chiama la donna «amico»: la quale è per dimostrare, per la virtú di cosí fatto nome, l'autore le sia molto all'animo e per mostrare in ciò che ella non venga a porgere i preghi suoi per uomo strano o poco conosciuto da lei.