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Ma il vero objettivo della vita internazionale d'Italia, la via più diretta alla sua futura grandezza, sta più in alto, l

Col gennaio del 1894 comincia la diretta e più grave responsabilit

Nel breviario Romano approvato dal Concìlio di Trento a pagina 498 sez. IV. Notturno II. (edizione di Venezia anno 1740) esiste una lettera di S. Domenico di Guzman, patrono di Torquemada e di Arbuez, diretta a Papa Onorio III, nella quale, con un cinismo spaventevole, con una crudelt

Sono quattro pagine di racconto particolareggiato, filato. Il lettore dimentica che non si tratta d'una scena diretta, ma della visione interna, della memoria di una scena. vale che Tullio Hermil aggiunga: "Così rivedevo tutto, a occhi chiusi: aprivo gli occhi, e rivedevo tutto ancora, con un'intensit

In una lettera del marzo 1806 diretta da Parigi al Pagani, il Manzoni si esprime così. "Scrivimi presto, te ne prego per me e per mia madre, che legge le tue lettere coi miei occhi. Ella t'ama quanto io t'amo. Ella è continuamente occupata.... ad amarmi e a fare la mia felicit

La condotta della signora Cheron era stata diretta dalla sua vanit

Bisogna però aggiungere subito che soltanto Gabriele D'Annunzio poteva fare in Italia il miracolo di creare un'opera d'arte di seconda mano, e circondarla intanto di così gran fascino nei particolari da far quasi dimenticare la caduca natura di questa. Io ho insistito sul confronto per avvalorare la mia proposizione che in arte l'osservazione diretta è di un'utilit

Lo ben che tutto il regno che tu scandi volge e contenta, fa esser virtute sua provedenza in questi corpi grandi. E non pur le nature provedute sono in la mente ch'e` da se' perfetta, ma esse insieme con la lor salute: per che quantunque quest'arco saetta disposto cade a proveduto fine, si` come cosa in suo segno diretta.

Il piccolo fantasma perverso era una emanazion diretta del mio odio; aveva contro di me la stessa inimicizia che io avevo contro di lui; era un nemico, un avversario col quale stavo per impegnare la lotta. Egli era la mia vittima ed io ero la sua. Ed io non potevo sfuggirgli, egli non poteva sfuggirmi. Eravamo ambedue chiusi in un cerchio d'acciaio.

Non t'ho diretta la parola rispose il conte coi denti stretti come un Inglese, lasciandone scivolar fuori le sillabe staccate e sibilanti, tanto era l'emozione da cui si sentiva preso perchè avrei avuto voglia di ucciderti. Ora sono più calmo e ti parlo. Uccidermi? Perchè?