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«Poi tornavano; rivedevo quelle cure amorose dell'elegante giovane pel povero vecchio infermo, e quelle attenzioni delicate, figliali, che mi inondavano l'anima di riconoscenza e d'amore, e ricevevo ancora il suo bacio, il saluto soave e fatale, come l'oppio che inebria ed uccide.

«Rimasi assorta nel pensiero di Max. Lo rivedevo in tutta la sua maschia bellezza, nell'espansiva impetuosit

Sono quattro pagine di racconto particolareggiato, filato. Il lettore dimentica che non si tratta d'una scena diretta, ma della visione interna, della memoria di una scena. vale che Tullio Hermil aggiunga: "Così rivedevo tutto, a occhi chiusi: aprivo gli occhi, e rivedevo tutto ancora, con un'intensit

Selvaggio!" Io rivedevo le lacrime mute che avevano riempito a Giuliana il cavo degli occhi; riudivo il rantolo ch'ella aveva emesso nel sussulto supremo, un rantolo d'agonizzante. E mi ripassava per l'anima un'onda di quella tristezza, non somigliante a nessun'altra, che dopo l'atto m'era piombata sopra. "Ah, veramente selvaggio!"

Il passaggio delle imagini rapide e lucide continuava. Rivedevo, con una terribile intensit

Dopo desinare, quando non mi conduceva via con , lo guardavo dalla finestra; lo udivo gridare coi contadini, lo vedevo gesticolare, lontano; lo perdevo di vista tra gli alberi, e, poco dopo, lo rivedevo lassù, in cima alla collina, quasi vi fosse giunto con una volata; poi, in brevi minuti, di ritorno, frettoloso, pronto a partire. Vuoi venire con me?

Vediamo, vediamo prima... Tante volte, le minime cause... Questo ritratto, dunque... Donna Matilde. Oh Dio, non credo, dottore, che ci si debba dare una soverchia importanza. Ha fatto impressione a me, perché non lo rivedevo da tanti anni. Dottore. Prego, prego... abbia pazienza... Di Nolli. Ma ! Sta da una quindicina d'anni... Donna Matilde. Più! Più di diciotto, ormai! Dottore.

Rivivevo quel lembo di vita, in sensazione reale e profonda; e continuavo, continuavo a rivivere, giungevo alla mattina della prima levata, alla mattina terribile. Riudivo la voce ridente e interrotta; rivedevo il gesto dell'offerta, e lei stesa nella poltrona dopo il colpo improvviso, e il séguito. Perché la mia anima non poteva più distaccare da quelle imagini?

L'avevo condotta lassù con strano senso di superstizione, per farla benedire dal sole appena uscita dal mio abbraccio nuziale, quasi il tepore di quei primi raggi dovesse investirla di vive forze cooperatici al gran mistero della concezione.... E la rivedevo come quella mattina, un po' pallida, un po' sbalordita del suo nuovo stato, sorridente, stretta al mio braccio; e mi sembrava di riudire le sue parole di esclamazione ammirativa: Oh, che bellezza!

Così rivedevo tutto, a occhi chiusi; aprivo gli occhi, e rivedevo tutto ancora, con una intensit