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Oh! la si imagini!... So il mio dovere.... Vada pure.... pranzi di buon appetito. Frattanto vedrò se nulla manca pel servizio e andrò a procacciarmi sulla piazza tutto quello che può occorrere. Rientrando, ella trover

81 Fermava il piè ciascuno di questi segni sopra due belle imagini più basse, che con la bocca aperta facean segni che 'l canto e l'armonia lor dilettasse; e quell'atto in che son, par che disegni che l'opra e studio lor tutto lodasse le belle donne che sugli omeri hanno, se fosser quei di cu' in sembianza stanno.

Ad inveggiar cotanto paladino mi mosse l’infiammata cortesia di fra Tommaso e ’l discreto latino; e mosse meco questa compagnia». Paradiso · Canto XIII Imagini, chi bene intender cupe quel ch’i’ or vidi

«Ciascuno di noi presume di conoscere stesso; ma non sorgono talvolta, dall'inesplorato fondo dell'io, delle tendenze, degl'impeti, dei desiderii, delle imagini, delle idee che ci stupiscono per la loro eterogeneit

Queste Dame plebee e licenziose diran: «Conviene che costui si vanti di questo strano ingegno e portentose imagini ricerchi e insulti canti alle nostre belt

imagini quel carro a cu’ il seno basta del nostro cielo e notte e giorno, ch’al volger del temo non vien meno; imagini la bocca di quel corno che si comincia in punta de lo stelo a cui la prima rota va dintorno, aver fatto di due segni in cielo, qual fece la figliuola di Minoi allora che sentì di morte il gelo;

Come potevo io dunque conservare dentro di me la perfidia dei dubbi, dei sospetti, delle imagini impure, dei ricordi torbidi?

Ed i cervi, a cui ne li occhi il fascino sta de le solitudini natie, sazi de 'l pascolo, su 'l limite scendono in torme a bevere. Or le cervine imagini e le arboree tremano a 'l fondo in pendula corona: s'ode ne la pace il crépito de le lingue che lambono. E, poi che lievi l'aure sopra giungono, i mammiferi timidi ergono il muso ne l'inquietudine, grondanti da le fauci.

E m'indugiai nell'imaginare i progressi della paralisi, nel formare dentro di me imagini di colui a similitudine di quelle che mi dava il ricordo del povero Spinelli. E me lo rappresentavo seduto su una gran poltrona di cuoio rosso, pallido d'un pallor terreo, con tutti i lineamenti della faccia irrigiditi, con la bocca dilatata e aperta, piena di saliva e d'un balbettio incomprensibile.

Fuggiva lungo un lato del verziere un portico; e come nell’animo delle vergini i profumi risvegliavano imagini sopite, così il sole penetrando sotto li archi bassi ravvivava nell’intonico i residui dell’oro bizantino.