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Tra questi affanni in ver la terra inchina Tacito il guardo, ed è di duol confuso; Quando ecco l'Angiol suo gli si avvicina D'amabile splendor tutto rinchiuso; E cosparge dintorno aura divina Tra' mortali a sentirsi odor non uso, Che 'l cor rinfranca, e ravvivarlo suole, Indi il volo disciolse a tai parole: XVIII

Ivi, somma pietate al guardo umano, Scannato in terra canuto uom rimira, E da gli altri cadaveri lontano Infra duo fochi di cipresso il tira: Poi supin lo distende, indi sul piano Ben sette volte a lui dintorno ei gira Vibrando con la destra un orrido angue, Ma spande con la manca onda di sangue.

Quando vi vedo, quando sono daccanto a voi che mi sorridete, poco m'importa di tutte quelle farfalle che vi aleggiano dintorno. Ma, lontano da voi, penso che esse ebbero la virtù di abbagliare i vostri occhi, e che il povero Lorenzo è dimenticato da voi. Sono geloso, Matilde, sono geloso, perchè sento che voi mi sfuggite di mano, che ogni giorno che scorre, mi allontana dal vostro cuore.

Cosparge per lo ciel voce divina, Aerei campi dibattendo in giro, E quasi incendio per foresta alpina Lunge dintorno i gridi suoi s'udiro: O con obbrobriosa, alta ruina Precipitati ad immortal martiro: Non son per voi l'aure serene e liete; A vostre orride tombe, empi, scendete.

L'incontro, adunque, fu freddo e cerimonioso che nulla più. Gino, d'altra parte, era come smemorato; non vedeva, non intendeva niente di ciò che gli stava dintorno, o che gli toccava di fare. Desiderava la presenza di Giuseppe, il nostro povero Gino; ma Giuseppe non c'era, ed egli doveva starsene con l'anima in soprassalto fino a Modena, che era come dire fino al giorno seguente. E peggio ancora quella fermata a Sassuolo, che non il viaggio di Fiumalbo fin l

imagini quel carro a cu' il seno basta del nostro cielo e notte e giorno, si` ch'al volger del temo non vien meno; imagini la bocca di quel corno che si comincia in punta de lo stelo a cui la prima rota va dintorno, aver fatto di se' due segni in cielo, qual fece la figliuola di Minoi allora che senti` di morte il gelo;

Atro sangue mortal dintorno inonda, Quasi torrente altier, l'ampia contrada, E pur per entro uccisïon profonda Tinge AMEDEO la formidabil spada. Qual dove fertil pian Cerere imbionda Sotto buon mietitor casca la biada: Tal quì le turbe impallidite e vinte A' colpi del gran re cascano estinte.

Così sia, figlia; ma egli ci gira sempre dintorno come lione che rugge, epperò giova starci apparecchiati a sostenerne l'assalto. Volete, figlia mia, accostarvi al tribunale della penitenza? Io sono qui disposto ad ascoltarvi. Domani. Domani! E perchè vogliamo rimandare a domani quello che possiamo fare adesso? L'uomo è egli padrone del domani?

Era ivi presso, e rimirava intento Un mostro inferno le mortali imprese, Misantropo diceasi, e perchè spento Non fosse il Turco da la terra il prese, E levato per aria in un momento Su verde piaggia indi lontan lo stese; Poscia Astragor, ch'ivi dintorno spiega Le fetide ali, in queste note ei prega: XXI

E perchè mai fino a quel punto i banditori non avevano avuto voce, ed eransi tenuti nascosti? Ranocchie maligne, non sanno gracidare se non quando il cielo è tranquillo, ed ogni cosa dintorno cade sepolta nel silenzio. E le fanciulle, udita la grida, stettero più salde di prima, osservando: Noi non veniamo a impedire, bensì a consolare; se avremo peccato ci puniranno.