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Nobile partesi: & Rustico vien cantando al solito suo exercitio in questo modo dicendo. Rus. Sia benedetta Cerere, e Filia Che gli campi e gli prati hanno in custodia Et maledetto chi odia Queste per Iris, che grandine germina: Sia benedetto quel che alegra e humilia Che senza lui, senza piacer si termina Che l'ombra sol soave de' suoi pampani: Più che ogni suono e canto, il cor avampami.

1 Cerere, poi che da la madre Idea tornando in fretta alla solinga valle, l

Atro sangue mortal dintorno inonda, Quasi torrente altier, l'ampia contrada, E pur per entro uccisïon profonda Tinge AMEDEO la formidabil spada. Qual dove fertil pian Cerere imbionda Sotto buon mietitor casca la biada: Tal quì le turbe impallidite e vinte A' colpi del gran re cascano estinte.

Eccola! l'isola dei portenti; la patria di Cerere, d'Archimede e dei Vespri, cioè dell'intelligenza e del valore. Archimede, prototipo dei favoriti dell'Onnipotente, trovava il globo da lui abitato cosa insignificante, paragonato all'infinito, e chiedeva una leva, il manico d'una scopa, per smuovere questo domicilio d'insetti. I Vespri! E qual popolo della terra ha i vespri?

MALFATTO. Misser : in una casa, che ha una porta, quando si vole entrare dentro; e desopra ha poi le finestre e lo tetto ancora con li focolari. PRUDENZIO. Oh insulsissimo Cerbero ignorante! Povera Cerere e Bacco, a chi lascieno epulare infelicemente i frutti loro!

E poi, sentendo che Giove aveva vinto Titano, e liberato Saturno e la moglie di prigione, non altrimenti che la femmina depone il peso del ventre suo partorendo, cosí Cerere, posto in questo luogo, dove occulta dimorava, ogni dolore giú ed ogni amaritudine, uscí in publico lieta.

No? non c'entra la signora Ottavia? davvero davvero?... Vediamo, dunque, ecco la destra, bel cavaliere, il giro di polca è concesso; ma non qui... no, no; laggiù sotto la rotonda, in giardino! e la fanciulla si avviò di corsa, e Alessandro dietro, lungo i viali dei carpini, interrotto nel mezzo da un pergolato di glicine, eretto sopra la statua di una Cerere di marmo bianco.

92 Verso Acquamorta a man dritta si tenne con animo in Algier passare in fretta; e sopra un fiume ad una villa venne e da Bacco e da Cerere diletta, che per le spesse ingiurie, che sostenne dai soldati, a votarsi fu costretta. Quinci il gran mare, e quindi ne l'apriche valli vede ondeggiar le bionde spiche.

Scrive Giustino martire che il primo verso della Iliade fu fatto a similitudine del primo d'Orfeo, che invocava Cerere; e benchè usassino varie cerimonie, nondimeno tutti desideravano ragionare coi morti, acciocchè si dicesse che fusseno discesi all'inferno, come dicevano essere avvenuto a Pittagora un tempo dopo ad Orfeo, e ad Omero, ed avere viste l'anime d'Esiodo e d'Omero, essere punite gravemente per le cose che avevano dette degli Dei: onde egli era auto in gran venerazione appresso de' Crotenesi, e massimamente dicendo che avea visto nell'inferno esser martorizzati quelli che non volevano usare con le donne loro.

Leggete infatti, a' piedi d'una Giunone, restaurée en Providenze: «moderni, il naso e la bocca, il collo e le ciocche dei capegli, le due braccia e i due piedi.» E sotto una donna velata, restaurata in Giunone: «la testa antica, appiccicata, non dovette appartenere alla statua, essendo di un marmo diversoSotto una Cerere: «sono moderni, la testa col velo, il braccio destro, la mano sinistra, eccSotto un Apollo citaredo: «testa antica, ma non appartenente alla statua, ed evidentemente di donna.