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O predestinazion, quanto remota e` la radice tua da quelli aspetti che la prima cagion non veggion tota! E voi, mortali, tenetevi stretti a giudicar; che' noi, che Dio vedemo, non conosciamo ancor tutti li eletti; ed enne dolce cosi` fatto scemo, perche' il ben nostro in questo ben s'affina, che quel che vole Iddio, e noi volemo>>.

qual è colui che tace e dicer vole, mi trasse Bëatrice, e disse: «Mira quanto è ’l convento de le bianche stole! Vedi nostra citt

LIDIO femina. Oh! io saria visto. RUFFO. Vero. Ma la vole che lo spirito ti costringa andarvi in forma di donna. FANNIO. E che vuol far di lui, se la pensa lo spirito lo converta in donna? RUFFO. Penso volessi dire in abito, non in forma di donna. Pur ella cosí disse. LIDIO femina. È bella trama: hai tu notato, Fannio? FANNIO. Benissimo. E piacemi assai. RUFFO. Be', volete darli effetto?

Lassamo sti conti dell'uorco, Iacoviello mio, figlio buono come lo buono iuorno, e ascota ca te boglio dicere: io me ne vao a Posilipo, ca Smorfia lo parzonaro m'ha ditto ca vole vendegnare; e se non ci vao e sto con tanti d'uocchi apierti, dell'uva non me ne fa toccare n'aceno.

PIRINO. Te ne prego e straprego. PANFAGO. Or che dici bene, perché lo schiavo deve pregar il padrone. PIRINO. Ecco la casa. Chi dimandate? PANFAGO. Sète voi Mangone? MANGONE. Io son mentre Iddio vòle. PANFAGO. Voi siate il ben trovato per mille volte, padron caro; perdonatemi se, non conoscendovi, primo non vi ho salutato.

Bona sera signor Casador lustrissimo (interloquì un pastorello sui 18 anni). Se el vole alogio alla nostra casina, cossì ala bona, gavarìa piacere. Se el g

Ma bussate, bussate forte, ché ben ve responderanno. RITA. Vedine nessuno tu? MALFATTO. : veggo la gatta. Volete che la chiami? Mis! mis! Non ce vole venire. RITA. Oh bestia balorda! Io pichiarò tanto che qualcuno si affacciará. MALFATTO. Bona notte. M'aricomando. RITA. Addio, addio. Tic, toc. MALFATTO. Oh! me ssi era scordato.

GIACOCO. Che grassa de suvaro è chesta? ca vole sso messer catruoppolo, barva d'annecchia, dalla casa mia? SPAGNOLO. Está tarde, llegué á esta venta y dejé aquí mis alforjas. GIACOCO. Dice ca lassai cca le forge dello naso e che la casa mia è viento: chesta è cosa da me fare desperare. CAPPIO. Certo, che deve stare imbriaco. GIACOCO. E tu cacciale ssa mbriachezza da capo.

Per non soffrire a la virtù che vole freno a suo prode, quell’ uom che non nacque, dannando , dannò tutta sua prole; onde l’umana specie inferma giacque giù per secoli molti in grande errore, fin ch’al Verbo di Dio discender piacque u’ la natura, che dal suo fattore s’era allungata, unì a in persona con l’atto sol del suo etterno amore.

CECA. Tu non lo credi, neh vero? MALFATTO. Che vòi ch'io creda? CECA. Che te farò andare a pichiare altrove. MALFATTO. Oh! non sono stato io. CECA. E chi è stato? MALFATTO. Uno ch'è andato giú adesso. Ma, de grazia, chiamame un poco quello che mena, ché lo vole lo mastro. CECA. Tu vòi forsi Minio. MALFATTO. , cancaro li venga! CECA. Venga pur a te. Aspetta, ch'ora lo chiamo.