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PRUDENZIO. Immo, in via publica te volemo vapulare. MINIO. Ecco Malfatto, mastro. PRUDENZIO. Veni, accede, ambula. MALFATTO. , , lo farò; misser . LUZIO. Oimè! oimè! oimè! PRUDENZIO. Malfatto, non odi, no? Vien qui. MALFATTO. Oh! parlate, parlate, ché non ve adormirete. PRUDENZIO. Camina, dico. LUZIO. Oh mamma mia! MALFATTO. Che volete adesso? PRUDENZIO. Piglia costui a cavallo.

O predestinazion, quanto remota e` la radice tua da quelli aspetti che la prima cagion non veggion tota! E voi, mortali, tenetevi stretti a giudicar; che' noi, che Dio vedemo, non conosciamo ancor tutti li eletti; ed enne dolce cosi` fatto scemo, perche' il ben nostro in questo ben s'affina, che quel che vole Iddio, e noi volemo>>.

O predestinazion, quanto remota è la radice tua da quelli aspetti che la prima cagion non veggion tota! E voi, mortali, tenetevi stretti a giudicar: ché noi, che Dio vedemo, non conosciamo ancor tutti li eletti; ed ènne dolce così fatto scemo, perché il ben nostro in questo ben s’affina, che quel che vole Iddio, e noi volemo».

«Volemo» gente provata, patriotti schietti, che «ce se veda chiaro» nella vita loro! Un'esplosione d'applausi. E la voce di prima, con nuovo e formidabile sforzo: «Nun volemo mercanti de campagnaTerza salva d'applausi. Va' a parlar tu! Va' sul pulpito! Fa' valere le nostre ragioni! Va'! Presto! Su!

Queste cosse volemo che tu dichiari a do fini: l'uno perchè questo passato anno dicto illustrissimo signor intendi et cognossi el vero successo de le cosse dal canto nostro e de la speranza conceputa per lui de i presidij nostri, se reputi satisfacto da nui et siane anche certo in lo avenire per ogni imprexa che la soa subblimit

Certo ch'in qualcun altro suo negozio se andará ad occupare. Ma... MASTRO ANTONIO. Volemo andare a disnare, misiere? ché ora. PRUDENZIO. No, no. Aspettiamo un poco questo puerculo nostro discipulo, nunzio di certe nostre imbasciate. MASTRO ANTONIO. E molto lontano? PRUDENZIO. In capite a questa via deambulatoria.

MALFATTO. So' stato a cacare, veh, Luzio! Adesso so' revenuto. PRUDENZIO. Sonate, ché volemo cantare ancor noi. MASTRO ANTONIO. Volete questa? Trin, trin, trin. MALFATTO. Non me vòi respondere, eh, Luzio? Basta. LUZIO. E sta' cheto, se vòi. MALFATTO. Voglio cantare io ancora. Afatte alla finestra dello muro e mostrame lo pertuso dello... PRUDENZIO. Tristo sciagurato! S'io trovo un lapide....

Le prediche «sofinite! Non abbiamo bisogno di lezione! L'oratore continua a parlare; ma la sua voce è soffocata dallo strepito della moltitudine. Una voce stentorea si alza al disopra di tutte le voci e fa voltare tutte le facce: La cosa è chiara! L'elenco «nun ce» piace! «Nun volemo» liberali del momento, «nun volemo» liberali d'occasione.... Applausi tonanti.

O predestinazion, quanto remota e` la radice tua da quelli aspetti che la prima cagion non veggion tota! E voi, mortali, tenetevi stretti a giudicar; che' noi, che Dio vedemo, non conosciamo ancor tutti li eletti; ed enne dolce cosi` fatto scemo, perche' il ben nostro in questo ben s'affina, che quel che vole Iddio, e noi volemo>>.

Volemo che per ogni modo tu passi a ritrovar quello excellentissimo signor perchè molto meglio appresso lui che da la longa potrai aiutar et favorir la salute e liberation de nostri, che stando lontano, anzi stando lontano offenderesti e l'una e l'altra parte et potria questo esser dopiamente et per do vie la extintion de li nostri.