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Si sale la gradinata e si entra nella chiesa. L'interno della chiesa è tristo e nudo; quattro enormi pilastri di granito bigio sostengono le vòlte dipinte a fresco da Luca Giordano; accanto all'altar maggiore, scolpito e dorato alla spagnuola, negli intercolonni di due oratori reali, si vedono due gruppi di statue di bronzo inginocchiate, colle mani giunte verso l'altare; a destra Carlo V, l'imperatrice Isabella e parecchie principesse; a sinistra Filippo II, colle sue mogli. Sopra la porta della chiesa, a trenta piedi dal suolo, in fondo alla navata maggiore, s'alza il coro, con due giri di seggiole d'ordine corintio, di semplice disegno. In un canto, vicino a una porta segreta, è la seggiola che occupava Filippo II. Egli riceveva da quella porta le lettere e le imbasciate importanti, senza che se n'avvedessero i preti che cantavano nel coro. Questa chiesa che, appetto all'intero edifizio, par piccina, è nullameno una delle più vaste chiese della Spagna; e benchè appaia così spoglia d'ornamenti, racchiude immensi tesori di marmi, d'ori, di reliquie, di quadri, che l'oscurit

LELIA. Io non voglio pensare al mal prima che venga. Quando cotesto fusse, ci pensarei e risolvereimi. CLEMENZIA. Che dirá la gente, quando questa cosa si sappia, cattivella che tu sei? LELIA. Chi lo dirá, se non lo dici tu? CLEMENZIA. E questo perché? LELIA. Ti dirò. Flamminio, com'io ti dissi poco fa, è innamorato d'Isabella Foiani e spesso spesso mi manda a lei con lettere e con imbasciate.

62 Non volse entrar Leon ne la cittate, e i padiglioni alla campagna tese; e fe' il medesmo per imbasciate, che di sua giunta il re di Francia intese. L'ebbe il re caro; e gli fu più fiate, donando e visitandolo, cortese.

A un certo punto il canale si biforca; un braccio che si nasconde fra gli alberi va a Leida, l'altro volge a sinistra e va all'Aja. Dopo questo punto, il trekschuit cominciò a soffermarsi ora dinanzi a una casa, ora dinanzi alla porta di un giardino per ricevere involti, lettere e imbasciate a voce da portare all'Aja. Un vecchio signore uscì da una villa e salì accanto a me.

Io non porto imbasciate per conto di nessuno; rispose ella con piglio severo, e scotendo la sua testolina per modo che il cappuccio della mantellina le si arrovesciò sulle spalle. Scusate, vi prego! ripigliò Ariberti con aria contrita, mentre si faceva a ravviarle il cappuccio sulla testa, ma senza riuscire nella impresa, e brancicando involontariamente i classici avorii del collo.

Certo ch'in qualcun altro suo negozio se andará ad occupare. Ma... MASTRO ANTONIO. Volemo andare a disnare, misiere? ché ora. PRUDENZIO. No, no. Aspettiamo un poco questo puerculo nostro discipulo, nunzio di certe nostre imbasciate. MASTRO ANTONIO. E molto lontano? PRUDENZIO. In capite a questa via deambulatoria.

Oh, ne ho qui di molto più cari, e cercherò di vederli quanto più spesso potrò aveva risposto l'ingegnere Arconti stringendo la mano della giovinetta. Non ostante la sua promessa, Roberto non aveva trovato il momento di far una corsa a Valduria. Erano giunte bensì parecchie imbasciate sue coi suoi saluti e con le sue scuse.

FLAMMINIO. E pare a te, Fabio, che queste cose le dica di cuore o pur ch'ella abbia qualche sdegno con esso me? Ché pur soleva, qualche volta, farmi favore, da un tempo in ; posso creder ch'ella mi voglia male, accettando le mie lettere e le mie imbasciate. Io so' disposto di seguirla fino alla morte. Ben vo' vedere quel che n'ha da essere. Che ne dici, Fabio? non ti pare?

Di quei cinque, soli due potevano passare, ed essere considerati come speranze per l'arte. Gli altri non promettevano nulla, e mastro Jacopo li adoperava a mesticare i colori, a macinare le terrene sulla pietra, a far le imbasciate della bottega, a portargli la cartella dei disegni e la scatola dei pennelli, quando andava a lavorare fuori via.