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Il bel quadro di Damiano, testimonio muto della sua anima dolorosa e infelice, giaceva polveroso e dimenticato in un angolo della sua stanza, dietro il tavolino coperto pure di libri polverosi e dimenticati; poichè il giovine, dal giorno in cui si mise in mente che la sua vocazione d'artista era stata una matta superbia e null'altro, aveva detto addio a' pennelli, alle tele, ai libri; era divenuto indifferente a tutto.

Non temete, messeri onorandissimi; rispose il vecchio pittore, abbastanza contento di averla aggiustata in quel modo. Ho giurato di smettere i pennelli, se la cosa non va come è giusto che vada. La mattina seguente, chiuso il Duomo ai curiosi importuni, i manovali si fecero tosto a rizzare una nuova impalcatura, nella cappella di San Donato.

Bene! To' i pennelli e la sinopia; gli disse mastro Jacopo. Vai l

Quand'io da la mia riva ebbi tal posta, che solo il fiume mi facea distante, per veder meglio ai passi diedi sosta, e vidi le fiammelle andar davante, lasciando dietro a se' l'aere dipinto, e di tratti pennelli avean sembiante; si` che li` sopra rimanea distinto di sette liste, tutte in quei colori onde fa l'arco il Sole e Delia il cinto.

Quand'io da la mia riva ebbi tal posta, che solo il fiume mi facea distante, per veder meglio ai passi diedi sosta, e vidi le fiammelle andar davante, lasciando dietro a se' l'aere dipinto, e di tratti pennelli avean sembiante; si` che li` sopra rimanea distinto di sette liste, tutte in quei colori onde fa l'arco il Sole e Delia il cinto.

Infine, che diamine m'è saltato in mente, di far così bello lo spirito delle tenebre? E perchè sarebbe profanata così la più bella immagine che apparisse mai sulla terra? Così dicendo, Spinello correva al trèspolo, ripigliava i pennelli, e, rimescolando i colori sulla tavolozza, andava mutando, insieme con le tinte, i lineamenti del suo Lucifero.

Vedete, ad esempio, il nostro bravo messer Jacopo di Casentino. Il vecchio scolaro di Taddeo Gaddi, il degno continuatore della tradizione di Giotto, indovinava facilmente che quel giovinottino da lui preso a bottega, quando avesse fatto un tantino di pratica nel maneggio dei pennelli, sarebbe diventato di schianto un artista insigne, un maestro, da lasciarsi addietro i migliori del suo tempo. E per lui, per quell'aquilotto che metteva appena i bordoni, mastro Jacopo aveva smosso il suo piglio burbero; per lui trovava le parole amorevoli, la placida assiduit

Abbandonato da quella speranza, l'animo di Spinello Spinelli cadde in balla dello scoramento. Era malinconico e si buttò al disperato; desiderava la morte e si compiaceva soltanto nella solitudine, che gli consentiva di pensare al più bel giorno della sua vita, il giorno in cui sarebbe cessata ogni sua pena. Lodato a gara da tutti, non dava retta alle lodi, o mostrava solamente di udirle, per mostrarne impazienza. Voleva esser lasciato solo, per darsi tutto alle sue smanie, alle sue alternative di fatica e di lagrime. Infatti, spesso deponeva i pennelli per piangere; poi rasciugate in fretta le lagrime, afferrava i pennelli e lavorava a furia, come un uomo che non ha tempo da perdere. Ineffabile angoscia, quella che non può avere neanche una lontana speranza di pace, poichè la tregua è solo di l

Giusto senza invitarlo a farsi innanzi, lo lasciò parlare sul limitare, solo disse da lontano buttando i pennelli sporchi nel secchiello: Se non è per danaro, parla. E Gerolamo parlò.

Non gli restava altro lume che quello dell'arte; ma era un lume a sprazzi momentanei, quando l'uomo si trovava sulla sua impalcatura, con la tavolozza e i pennelli tra mani.