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Ottimamente, illustrissimo; peccato ch'ei sia di paglia quel che abbrucia, e la fiamma debba spegnersi tra poco. Non mi par poi che tutto sia paglia, Cecco mio; tu mi comprendi.... Ci fu qualcosa meglio che paglia in fatti, rispose il ferraio ridendo, questo è verissimo; pure non fu gran cosa.

«Se il Visconticontinuava Apostolo, «avesse mai a rivedere la Valenzia; egli che si era fieramente invaghito di lei, ed ora la crede morta da un anno.... Quel che potrebbe nascere dalla combinazione di tante cose, lo lascio pensare a voi, illustrissimo

L'uomo del conte guardò il marchese stupefatto, e fu in procinto di dire alcune parole, che tosto tramutò in quest'altre: Ma da chi avete saputo tutto questo, illustrissimo? Ma chi v'ha detto ch'ella sia a mal termine? Mi fu scritto, però fui scongiurato a venir qui, e, come dunque potete pensare, tosto io mi mossi.

Siete in errore, illustrissimo; e in quanto a me non feci mai cosa, di cui tanto mi compiacessi in vita mia, ed è per lei che spero di ottenere la remissione de' miei peccati. Del resto, considerate bene; o la contessa si ravvede, e va ottimamente o sta caparba nella sua pilaccherìa, e meglio ancora, perchè così la faremo morire di crepacuore.

PRUDENZIO. Bonum est quod ego, bono è ch'io vada sino alla Eccellenzia della Magnificenzia del reverendo illustrissimo mio unico perpetuo domino colendissimo del Monsignor mio; e partim andarò sino al barbitonsore. Non odi, villico, stabulatio, Malfatto? CURZIO. Stiamo a udire che dice. PRUDENZIO. Famulo, non odi? Vien qui, ché te voglio parlare. MALFATTO. Che volete?

Spazata questa commission toa, l'è zonta una nave da Caffa per la qual havemo ricevuto le copie de le letere che quello illustrissimo signor ne scrive, e quelle lui scrive al papa e al re, et havemo intexo la cauxa de la indugia de Catarin in Caffa, el al soprascripto potentissimo signor havemo per più vie risposto a dicte suo letere et per ti anche replichemo quelle instesse, et havemoti fato dar una copia per che ti anche oltra la letera exponi et operi quello medesimo.

"Illustrissimo signore! "Il di lei nome celebre non solamente in Italia, ma che ha passato gi

ANTIFILO. E come debbo crederlo? LARDONE. Ecco la risposta per testimonio che gli l'ho data. ANTIFILO. E perché non me la dái, o illustrissimo mio Lardone? LARDONE. E tu perché non mi dái la mancia, o eccellentissimo mio Antifilo? ANTIFILO. Te la darò doppo letta. LARDONE. Doppo che l'innamorato ha conseguito l'effetto con la sua amata, non si ragiona piú de' mezi. ANTIFILO. Che vorresti dunque?

Se almeno lo avessi saputo un anno fa, contentando la vecchia con quel piccolo benefizio ch'era venuto ad implorare, le sarei entrato in grazia; e a quest'ora... È vero che il chierico c'è ancora, a quel che ho sentito, e di benefizj da imbonire abatini non c'è penuria in casa.... Grazie a' suoi santi nonni, Illustrissimo. Eh! eh! Cosicchè quello che non s'è fatto si può fare.

Qui, fatto un po' di pausa e voltosi a Francesco Guicciardini che immobile e attento non aveva ancora pronunciata parola, gli disse: Ora, illustrissimo signore, se per mandare a termine que' progetti che insieme al Morone avevate concepito a pro della nostra cara Italia, vi occorre di un uomo per collocarlo al posto il più pericoloso, fate conto su di me.