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Il bambino muoveva ancora le labbra di quando in quando, ma ad ogni respiro il rantolo gli si abbassava; poi un brivido leggero come un riverbero gli passò sulla faccia, e i piedi gli si allungarono sotto le lenzuola.

Nemmeno una riga! stup.... no! tanto meglio, così sono libero finalmente e il buon Michele tirò un sospirone che voleva essere di sollievo, ma che invece sembrava un rantolo.

Non aveva ancora terminata l'ultima parola che il suo jatagan sprofondavasi più che mezzo nella gola della greca, facendo uscire uno sprazzo di sangue spumoso. Elenka, colpita a morte, emise un rantolo.

Non era il rantolo del morente, ma uno di quegli accenti di dolore che noi uomini non conosciamo, o di cui non racchiudiamo il tesoro. Solo la donna e forse solamente la madre, il di cui cuore è il vero santuario dell'amore, è capace di incomparabile dolore! Ed il tonfo del corpo di Marzia stramazzante si udì nel fondo della cella.

Entro quella ricca cuna sommersa nell'ombra della camera, e fra il chiarore incerto delle trine, che orlavano i cuscini e i piccoli lenzuoli egli appariva vagamente come una macchia; ma non appena aprivano le finestre all'arrivo del medico, e questi lo pigliava fra le mani per esaminarlo, il suo volto cinereo, lucido di un sudore viscoso, coi labbruzzi scuri come una foglia imputridita, ricadeva d'ogni lato pesantemente, sempre con quel rantolo interrotto da grida sottili.

Dicendo così con voce rotta, quasi con un rantolo di gioia e di trasporto, le sue mani faceansi sempre più forti, stringendola in una stretta disperata. Loreta, Loreta!

L'uomo si offerse di accompagnarla; non accettò. Allora i due sposi, imbarazzati, le diedero un ombrello, insegnandole la via più breve. Quel balzo, quella stretta, quel bacio, quel rantolo, Marta portava tutto con , l'avrebbe portato l'intera vita. E correva sotto la pioggia, mentre da' suoi occhi scorrevano larghe lagrime, inondata dal cielo, inondata dall'anima sua.

Il dottor Foresti, le ciglia aggrottate, la faccia marmorea, immobile, scrollava il capo e sospirava, quando gli domandavano del suo illustre ammalato: ormai non c'era più speranza; l'occhio del duca non era più fisso, sbarrato sulla moglie;... il rantolo solo era più grave, più affannoso.

Quella medesima notte, vegliando essa al suo capezzale, il ferito mandò un gemito, e a lei, che si era prontamente accostata a guardarlo, mormorò: Mi sento morire. Gino! che pensieri son questi? No, mi sento morire; ripetè egli, con voce soffocata dal rantolo dell'agonia. Raccogliete la mia anima.... ve ne prego!

Il silenzio della camera era rotto dal rantolo cupo o dal fischio sottile di quei polmoni agonizzanti; era rotto dallo scoppio di quella tosse dura, insistente.