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Ma la voce dell'irato visitatore si ruppe in un rantolo la porta fu scossa da un violentissimo urto e quand'io, non udendo più rumore nella casa, precipitai dalle scale, trovai il povero Gianbarba.... colla testa accollata alla muraglia e il naso grondante.

Ma egli giaceva sul suo letto, uscito del tutto di conoscimento; il suo volto si era fatto pavonazzo, i suoi occhi erano aperti, ma nuotavano nel buio; le sue mani si facevano diacce; e del rantolo durato alcuni istanti, non gli avanzava che un filo di fiato.

Prese il suo coraggio a due mani e cominciò a salire la scaletta gridando: Pietro! son io... Un sordo ruggito gli rispose. E quasi subito uno scoppio formidabile scosse tutta la casa. Sandro, fulminato, mandò un urlo che morì in un rantolo. Il suo corpo sanguinolento, con la faccia orridamente deformata, precipitò, come una massa inerte fin sul lastrico fangoso della cucina. Sola.

Due ore prima d'aggiornare, un contadino che passava dalla caserma; sentì nel silenzio della notte dei gemiti cupi e cavernosi: «Ahi... Aaahi....» poi come un rantolo: «Ooh.... m'ammazzateAffrettò il passo, con i capelli irti dallo spavento. Assira vitti a Fillari!

Fu fatto prigioniero dagl'insorti!... Dio!... rantolò ella. Cacciò fuori un urlo disperato, straziante, portò le mani alla testa e cadde fra le braccia di Omar. O'Donovan impallidì come un morto; credette che tutto fosse perduto. Che è successo? chiese il generale correndo verso Fathma. Non è nulla generale, disse O'Donovan, sbarrandogli il passo. Abd-el-Kerim era suo... era suo fratello.

Accennò con gli occhi che voleva parlare, e quando il fratello allentò la stretta, Peppe Sala, disse come in un rantolo, e s'abbandonò contro la parete. Carluccio quella notte non dormì; stette supino nel letto, a occhi aperti, meditando. Egli non sentiva nemmeno un lamento che di tratto in tratto veniva dalla carboniera, dove avevano chiuso la povera Rosa.

E rantolò l'impiantito, movendosi tastoni, di qua, di l

Dinanzi alla voragine Dell'eterna armonia Le passioni degli uomini Perdon la poësia; Così l'estremo rantolo Del nocchier si confonde Col ruggito dell'onde, Su cui passa, tuonando, la bufera!... Il Bene e il Mal s'intrecciano Nell'assidua natura; Il Bene e il Mal s'alternano Con sapiente misura; E, indivisi, si aggirano Fra il turbo dei viventi, Gelidi, indifferenti A chi piange, a chi ride ed a chi spera.

Le vene turgide, pulsanti delle tempie, il viso rosso, gonfio, le labbra violacee, tremanti, il respiro affannoso, corto, esprimevano lo sforzo di una parola che egli voleva dire, ma che non gli riusciva dire, che rimaneva soffocata, strozzata in un rantolo....

Che mi hai fatto? rantolò Abd-el-Kerim. Io soffro... soffro atrocemente... mi hanno arso le mani... Mi riconosci? ripetè Ahmed, avvicinandosi vieppiù. , ti conosco... vendicativo uomo. Rispondi alla interrogazioni che ti farò, se vuoi salvare la vita. Che hai fatto di Fathma? Dove si trova? Lasciami in pace... Abd-el-Kerim! gridò Ahmed gravemente. La morte ti sfiora colle sue nere ali.