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XIII. Alla stessa S'a l'alto Creator de gli elementi sete, Donna Real, cotanto cara, che de la stirpe vostra altera e rara, volle ornare i suoi chiostri eterno ardenti; e s'or, per acquetar vostri lamenti, vi rende il cambio di quell'alma chiara, che di voi nata, tutto 'l ciel rischiara, a Dio lode cantando in dolci accenti;

E quanto ai volontari in brevi accenti mi giovi ripetere quello, che apertamente gi

Il Papa udita la pace per rovello ne infermò a morte; quando gli ambasciatori gliela portarono egli raccogliendo le forze estreme con irosim accenti proruppe: «che pace! che pace! questa è ignominia, è vergogna; io non posso approvarla, non benedirla.» E poichè gli andavano persuadendo essere ormai cosa conchiusa, e sempre degna la pace tra cristiani della benedizione di un Papa egli levata dalle fasce la mano gottosa fece atto che taluno prese per benedizione, ed altri per maladizione, ci fu modo a chiarirlo, imperciocchè senza profferire parola il giorno dopo morì più che per altro per rabbia di vedere in pace questa mìsera Italia cui egli aveva così scelleratamente lacerata.

Rosa si compiacque a questi accenti, e di troppo amava la figlia perchè non l'allettasse l'idea della di lei felicit

Ma ei mitigava con blandi accenti quella sfavillante letizia, le applaudiva a quella costanza di affetti onde a tanto fu mossa, e le proferiva consigli perchè con maggior prudenza il suo amante per lo innanzi adoprasse per coglierne non amari frutti.

Apri, Tirrenia, le rosate porte: mostra, Tirrenia, i candidi ligustri: spargi, Tirrenia, in graziosi accenti l'ambrosia e 'l mel de l'amorosa lingua. Di', Tirrenia, una volta: te solo amo, al fedel Mopso tuo, che te sola ama. Dillo, Tirrenia, e scopri il caro seno, apri 'l giardin d'amor, dimostra al sole i dolci pomi e gli odorati gigli.

Una soave armonia echeggiava sulla piazza, un cantico soave di voci celestiali s’innalzava nell’aria, e dopo gli accenti variati d’un a solo melodioso, prorompeva in un solenne rimbombo di tutti gli istrumenti, che pareva un inno trionfale. Era l’ora della musica.

Era una Romanza senza parole che Giuliana prediligeva e che miss Edith sonava spesso; era una di quelle melodie velate ma profonde in cui pare che l'Anima rivolga alla Vita con accenti sempre diversi una medesima domanda: "Perché hai delusa la mia aspettazione?"

Quella triste melodia d'amore aveva echeggiato lungamente tra le vecchie pareti. E quand'ebbe finito, tutta la sala pareva impregnata di quegli accenti.... Al vedere quella musica sul leggìo e quel cembalo ancora aperto, il conte si sentì rabbrividire.

Se gli spiacquero in me cuore ed accenti, Cuore ed accenti mi dar