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Erano gli stendardi di cento vittorie, che si chinavano a toccare la veste del prete che aveva salvato il vincitore. Non si videro più che la testa del Generale olimpicamente sorridente e la testa del prete curva come le bandiere, quasi nel dolore di averlo invano salvato, poichè alla fine il Generale era morto. Perchè dunque applaudire? Garibaldi era morto!

E dire che la padrona pretendeva che le si rifacesse le spese dei danni, che aveale recato il combattimento!... Da quando in qua il vincitore paga qualche cosa dopo una battaglia? Nella terra di Brenno, si dovrebbe conoscere il tradizionale: Veh victis! Il giorno ventisette gennaio si presentò colla solita mancanza di ogni e qualunque movimento strategico.

Egli dovette certo, in quel momento, ricordarsi che Roma negò il trionfo a Pompeo, vincitore di Spartaco, perchè i ribelli non erano nemici stranieri. [QUEL CHE USC

«Io credo che : questa gente che ci viene addosso ama più il Monforte di noi, e non è la prima volta, che il premio del Cavaliere vincitore del torneo fu morte a tradimento: se volete campare, salite in sella, e seguitemi

Trepido attese dal vincitore l'ordine che lo fucilassero, ed a quella angoscia s'univa desiderio di cessar tante pene ed unire per sempre il suo al destino de' cari defunti! Qual fu la di lui meraviglia allorquando seppesi assolto e libero!

Morto Arrigo il superbo nel 1139, Guelfo, fratello di lui, continuò la parte e guerreggiò contra Corrado; e finalmente andarono amendue a quella seconda crociata che, promossa con tanto zelo da san Bernardo, terminò cosí male. Ma tornatine i due, guerreggiossi di nuovo nel 1150; e vincitore Corrado si disponeva a scendere in Italia, quando morí nel 1152.

Il quale sentendo Dante della Magna partirsi per soggiogarsi Italia, alla sua maestá in parte rebelle, e giá con potentissimo braccio tenere Brescia assediata, avvisando lui per molte ragioni dover essere vincitore; prese speranza con la sua forza e dalla sua giustizia di potere in Fiorenza tornare, comeché a lui la sentisse contraria.

Scendeva il bell'astro, lento e glorioso, mandando un raggio obliquo sulla marina, la cui superficie, tinta d'azzurro carico, luccicava interrottamente per lunghe e tremule chiazze di rosso cremisi, balenando, fremendo, rabbrividendo, sotto la luminosa carezza del suo vincitore.

Il duce germanico, Odoacre, avendo, nel 476, messo fine all'esistenza dell'Impero romano d'Occidente ed essendosi proclamato primo re d'Italia, governò con saggezza e fermezza in Ravenna, quando fu attaccato da Teodorico. Per tre anni si difese gagliardamente; obbligato, infine, ad arrendersi, fu massacrato nel suo palazzo per ordine del vincitore, nonostante i patti della capitolazione.

Fumava una sigaretta, parlava, rideva con un piccolo ufficiale di cavalleria, un vincitore di Coppe Reali nel Concorso Ippico.