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Una sera, verso le otto e mezzo, mentre si versava il caffè, fumando una sigaretta, il barone lo chiama e gli dice: Menico: vai un po' a vedere che cosa fanno stasera al Costanzi. Menico sparisce e non rincasa che.... verso la mezzanotte. Dove diavolo sei stato? gli domanda il barone. Dove mi ha mandato lei: al Costanzi. Ah! e t'hai goduto, dunque, tutto quanto lo spettacolo?

Trasse dalla sua borsa un pizzico di tabacco, lo arrotolò in un fogliolino di carta, ne formò una sigaretta che accese, malgrado la rapidit

«O sconosciuto amico! come bene si accompagna alla fragranza delle rose, al lieve fumo della sigaretta, il pensiero di voi, anch'esso così vago, così dolce, così incerto....» Uno strillo acuto nella stanza vicina fece balzare in piedi Nancy; e colla penna ancora in mano corse nella camera di Anne-Marie.

Sempre, un po' prima di andare a dormire, Eleonora fumava , su quel terrazzo, la sua ultima sigaretta. Sdraiata mollemente, mollemente assorta e silenziosa, si godeva l'aria, il fresco, la notte, le stelle, seguendo col lento dondolìo della poltrona, il murmure quieto, lontano del mare.

De Andreis invece si toglieva la giacca lui non stava mai che in maniche di camicia la metteva con cura sul letto di Turati, accendeva una sigaretta e ricominciava a mandare a memoria delle declinazioni latine!

L'energia slava della testa spiccava maravigliosamente su quel piedestallo di trapunto e sullo sfondo di cuoio cesellato della tappezzeria. La Baronessa sedeva, molto allungata, su una poltrona, con un braccio penzolone. Fumava una sigaretta di tabacco orientale ed un molle sorriso sfiorava, tra le fresche gote carnose, le tumide e rosse sue labbra.

Franz von Rödrich ascoltava attentamente, coi gomiti sulla tavola e la testa fra le mani, mentre Ludwig Kopfliche, un po' abbandonato, le braccia pendenti, gli occhi rovesciati, seguiva per aria le spirali azzurrine della sua sigaretta odorosa.

Mi fermai un minuto, per accendere la sigaretta, e vidi che la donnetta tornava addietro, raccoglieva i cocci del fiasco, poi raggiungeva il bimbo e spariva verso la Rotonda. La sera appresso, quasi alla stessa ora, ripasso di e che trovo?

Tu sai che le mie labbra... sarebbero capaci di ridurre in cenere una sigaretta ogni minuto secondo. Carlo Cielo, ti ringrazio! Fifì Di che? Carlo Di non essere una sigaretta. Del resto, tu mi fumi lo stesso. Fifì Carlo Un piede. Fifì Un bottone mi ha tradita. Aggiusta tu. Carlo

Come state oggi? domandò la signora, prendendo posto in una poltrona, a due passi da Vittorina, della cui presenza non si era accorta o non si curava. L'uomo trasse con la sinistra dalla tasca posteriore dei calzoni un astuccio d'oro, e offerse una sigaretta alla sua interlocutrice. Non ne parliamo! esclamò poi.