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Aggiornato: 28 luglio 2025
Ma gli aveva sfiorato con la guancia la spalla. Ho scherzato rispose Massimo, con la voce un po' alterata. Volete sedervi? E le lasciò il braccio, si sedette sul parapetto e accese una sigaretta. Ella, in piedi, un po' triste di essere stata abbandonata, con le braccia pendenti lungo la persona, lo guardava. Volete fumare? No ella disse. Peccato! una sigaretta è deliziosa, qui, a quest'ora.
Dammi una sigaretta, Dreino! che bella sorpresa, Giovannino, restar orbo a ventiquattro anni! Scherzava coll'umore ferito, resistendo con ferocia di anima all'assalto della nera disperazione che lo ghermiva, come un superbo, che, vinto e conculcato dal nemico potente, lo oltraggia sogghignandogli in faccia.
E si fa notte la notte lieta dello stabilimento Giorgetti. Il mercante turco attraversa il piazzale con un paggio non maomettano che gli regge religiosamente il narguilè e s'abbatte coll'ambasciatore russo: una signorina francese che fuma la sigaretta getta uno sbuffo che va a sfioccarsi fra le tese di un tricorno da piovano bergamasco: un professore col cappello a tuba cede la destra ad un musseto che trotta colla sua greppia: due dame che combatterono per la toletta, si passano vicino e la gonna della trionfatrice fruscia ironicamente sulla coda della vinta: un giovanotto incendiato ed ardentissimo s'incontra col Pompiere del Fanfulla e, guardate combinazione! una signorina accetta il braccio e il bisbiglio di un signorino. Ma chi ve la dipinge tutta questa folla! Sul piazzale si addoppia la vita alle prime battute di una quadriglia. Il prezioso filo d'acqua del conte Lelio Piovene, l
Poteva però trovare un altro pretesto per non accettar la mia sigaretta. Venostì si strinse nelle spalle e soggiunse: Gi
Se vi racconto una storiella, io, vi faccio piangere e buttò la sigaretta in mare. Allora tacete. È così dolce questa notte.
Le avevano detto che la sigaretta è eccellente, contro l'infezione della febbre romana: Tu fumi, cara? Sì, sì diceva lei, con un pallido sorriso. Ma presto la sigaretta, spenta, le cadeva dalle dita. Ella si stringeva nel suo mantello. Aveva i piedi gelati e non osava mai portare un plaid, per non dare fastidio a Paolo. Costui, assorto, taceva.
Avanti, signorino! Avanti! Ero giunto al sommo della scala. Mi trovai faccia a faccia con una ragazzona in camicia color di rosa. Bè? mi fece, seguitando ad arrotolare una sigaretta Non entra? Se ne resta lì? Favorisca! Chi è? chiese una voce, di dentro. Un signore. Avevo ben compreso ove fossi cascato. Diamine! Non v'era proprio da ingannarsi.
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