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È possibile? domandò Lelio Neri, interrompendo la sua narrazione. Tutto è possibile rispose il vecchio professore di filosofia anche l'assurdo; cioè quel che sembra assurdo alla presuntuosa nostra scienza. Dev'essere così! esclamò Lelio. Altrimenti i fatti che sto per raccontarle parrebbero invenzione di mente malata.

E voi, signore, da chi la tenete, voi? Questa dimanda, forse inattesa perchè audace nella bocca di un subalterno che parla al suo superiore, turbò Don Lelio. Don Lelio era paglietta. Egli aveva avuto non so che baruffa con la polizia, a causa di un processo di ladri, nel quale egli era risultato un po' manutengolo.

EUGENIO. Voi siate il benvenuto, signor Guglielmo! GUGLIELMO. Voi ben trovato, Eugenio, mio caro figliolo! Ma perché siamo qui tutti in pronto, è ben che vengano ancora le nostre figliuole, accioché siano elleno ancor contente di quanto abbiamo a fare. PANDOLFO. Oh come dite benissimo! Eugenio, va' su e chiama Sulpizia. GUGLIELMO. E tu, Lelio, figliol mio, chiama Artemisia.

Non par vero che in quelle podesterie dimorassero Lelio e Fausto Socino a predicarvi le loro credenze avverse alla Trinit

Voi non potete contentarli ingannarli, meno ancora accordarli tutti e due. Non m'incaricherei di codesta bisogna. In questo caso, per quale di loro optate voi? Il colpo era diretto. Don Lelio lo parò. Quando si tratta della mia persona unicamente, io opto pel mio partito. Quando si tratta degli interessi della societ

Vicina al parto, l'infelice giovane, sola, colla Maria inesperta in tali faccende seguì l'innocente consiglio di Lelio, di chiamare da Castel Guido la levatrice di quel paese sino allora tenuta per onesta. Onesta!... ma chi può fidare sull'onest

Sarebbe un lavoro inutile, rispose Don Lelio. Io piglio la consegna della cassa ogni sera, prima che voi partiate, e voi la trovate vuota l'indomani. Il vostro impiego è soppannato di una funzione morale delicatissima e difficilissima. Voi siete un portavoce maggiore, che avete sotto i vostri ordini altri ventiquattro portavoce.

Onde, stimando certo che voi siate il vignarolo, accetterá la offerta; e in presenzia di tutti faremo che giuri; e giurato, potrete dire che sará piú convenevole dar Artemisia ad Eugenio e Sulpicia a Lelio, ché a vecchi decrepiti non convengono mogli di sedici anni. GUGLIELMO. Oh bel pensiero, veramente molto sottile e astuto!

LELIO. Non mi hai avisato che il vignarolo sia trasformato nel mio padre? e io dando credito alle tue parole ho scacciato mio padre da casa, pensando che fosse il vignarolo. Ecco qui l'uno e l'altro: non so se quel Guglielmo che riguardo sia il vero o falso Guglielmo. CRICCA. Cosí è veramente; ed io rimango piú maravigliato di voi. LELIO. Tu smanii, tu farnetichi.

PANDOLFO. Ed io prima di tutti. E per maggior sicurezza della mia voluntá, sapendo quanto gli animi giovanili siano pronti e leggieri a promettere e poi a pentirsi, vuo' che le promesse si confermino, ché non abbiamo a rampognar poi e a litigare: Non la intendeva cosí, non mi pensava cosí. ARTEMISIA. Oh come dice bene! LELIO. Anzi benissimo! PANDOLFO. Io voglio essere il primo a giurare.