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PANDOLFO. Io vi prego, strapriego, arciprego, o mio negromantissimo astrologo, o mio astrologhissimo negromante, che prendiate di me calda e amorevole protezione; e in ricompensa vi darò questa catena d'oro che ho al collo, che vale scudi cinquecento. ALBUMAZAR. Non lasciarò far ogni cosa per aiutarvi. PANDOLFO. Vi raccomando il corpo e l'anima mia!

VIGNAROLO. Volete far esperienza di tutte le vostre forze contra di me? PANDOLFO. Perché non è uomo a cui con tutte le forze non cerchi far il peggio che possa. VIGNAROLO. Al vostro fattore? PANDOLFO. Al mio disfattore. con queste parole scamperai la vita, il pentire il cercare perdono ha piú luogo appresso me. VIGNAROLO. Che vi ho fatto io? PANDOLFO. Pur hai animo di parlar, traditore?

PANDOLFO. Che ha da fare questa prattica con la sentenza che avete a dare? GUGLIELMO. ... E ben sapete che le principali cose che si ricercano nel matrimonio sono le conformitá delle etadi e de' costumi; si devono violentare i figliuoli o le figliuole a tôr chi noi vogliamo.

RONCA. Attendete a far bene voi la parte vostra, ché da noi vedrai effetti che avanzaranno la tua stima. ALBUMAZAR. Eccolo che viene. Arpione, discostati, ascolta ciò che dice e riferiscimelo; Gramigna, trattienti su la porta e vedi narrargli qualche miracolo de' miei, perché io me ne entro. PANDOLFO vecchio, CRICCA servo, GRAMIGNA.

CRICCA. Guardisi che non moia d'altro caldo che di sole. PANDOLFO. Mangiando che beve? GRAMIGNA. Liquore di pianeti, rugiade di stelle fisse, distillazioni di destini, quinte essenzie de fati, sugo di cieli. PANDOLFO. Come li raccoglie? come se li beve?

PANDOLFO. ... Or io passava questo tempo al meglio che poteva con la speranza del suo ritorno, quando ecco nel piú bello delle speranze vien nuova che è sommerso nelle sirti. Quanto dolor n'abbi sentito lo lascio considerare a te. CRICCA. Seguite.

PANDOLFO. La stupendissima fama del valor vostro ci chiama: noi siamo venuti per ricevere da voi un favore, e vi prego da quel grande uomo che sète a non mancarmi, e ve ne avrò singolare obligo. ALBUMAZAR. Eccomi pronto alla caritá. CRICCA. Purché non sia pelosa!

VIGNAROLO. Non è stato per mia colpa ma per vostra sorte. PANDOLFO. Quello che è stato per tuo cattivo animo non attribuirlo alla sorte. VIGNAROLO. Ho fatto quanto ho saputo; e se avessi piú saputo, piú avrei fatto. PANDOLFO. Sei stato piú tristo che non pensava; hai fatto tanto il balordo meco, solo per ingannarmi: al fine poi la colpa è tutta tua.

PANDOLFO. Bascio le mani della Vostra Strologheria, padron mio caro. ALBUMAZAR. Bene vivere est laetari! siate venuti in buon'ora, in miglior minuto, in bonissimo secondo, in felicissimo terzo, quarto e quinto, in nomine planetarum, stellarum, signorum et omnium caeli caelorum!

ALBUMAZAR. Cera da far candele: la forca prolongar la potrai ma non scampare! Ma ditemi: costui è vostro servo? PANDOLFO. Si bene. ALBUMAZAR. Fate sonare la campana a mortorio. PANDOLFO. Ancor non è morto. ALBUMAZAR. Sará ucciso fra poco e li sará passato il cuore da mille punte.