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SAMIA. Tu te ne ridi? FESSENIO. , io. SAMIA. Egli è 'l vangelo. FESSENIO. Eh! eh! eh! che sète matte! SAMIA. Tu mi pari una bestia. Cosí è, se tu vuoi o se tu non vuoi. Fulvia l'ha tócco tutto e trovatolo femina; e del solito non gli è rimasto se non la presenzia. FESSENIO. Ah! ah! E come fará, adunque? SAMIA. Tu nol credi e però non tel vo' dire. FESSENIO. , fo, per questa croce.

FULVIA. O il cielo o il peccato mio o la malignitá dello spirito che stato si sia, non so; ma, una volta, voi avete, oimè! di maschio in femina converso Lidio mio. Tutto l'ho maneggiato e tócco; altro del solito ritrovo che la presenzia in lui. Ed io non tanto la privazion del mio diletto piango quanto el danno suo: ché, per me, privo si trova di quel che piú si brama.

il lume la presenzia del Verbo, che tu in essa bianchezza vedesti intellectualmente, non tolleva però la bianchezza del pane: l'uno non impediva l'altro, il vedere Dio e uomo in quello pane, quel pane era impedito da me, cioè che non gli era tolto la bianchezza il toccare il sapore. Questo fu mostrato a te da la mia bontá, come decto t'ho. A cui rimase il vedere?

Per la qual cosa con piú pazienza s'acconciò a sostenere l'avere perduta la sua presenzia; guari di spazio passò che, dopo le lasciate lagrime, li sospiri, li quali giá erano alla loro fine vicini, cominciarono in gran parte a partirsi sanza tornare.

Guardate or voi, aprendo ben l'occhio, a non scambiar l'un dall'altro. Però che io ve avvertisco che amendua d'una statura e d'una presenzia sono, amendua si chiamano Lidio, amendua ad un modo vestono, parlano, ridano, amendua sono oggi in Roma ed amendua or or qui comparir li vedrete.

Demetrio, cittadin di Modon, ebbe uno figliolo maschio chiamato Lidio e una femmina chiamata Santilla, amendua d'un parto nati, tanto di forma e di presenzia simili che, dove il vestire la differenzia non facea, non era chi l'uno dall'altro cognoscere potessi.

E però ti prego, divina etterna caritá, che tu facci vendecta di me e facci misericordia al popolo tuo. Mai dinanzi ala presenzia tua non mi partirò infino che io vedrò che tu lo' facci misericordia. E che sarebbe a me che io vedesse me avere vita e il popolo tuo la morte? e che la tenebre si levasse nella sposa tua, che è essa luce, principalmente per li miei difecti e de l'altre tue creature?

Egli è una cosa con meco Padre e col Figliuolo mio, unde fortificò la via della doctrina che lassò la mia Veritá nel mondo; e però, partendosi la presenzia, non si partí la doctrina le virtú, vere pietre fondate sopra questa doctrina, la quale è la via che v'ha facto questo dolce e glorioso ponte.

FULVIA. Non mi curo dello stare, pur ch'io veda che maschio sia. RUFFO. E come può non bere chi assetato si trova al fonte? FULVIA. Verrá, dunque, oggi? RUFFO. Lo spirto tel fará venire subito, se vuole. Statti, dunque, avvertente in su l'uscio. FULVIA. Non bisogna questo, perché, venendo da donna, in presenzia d'ognuno può mostrarsi; perché non è chi per maschio il conosca. RUFFO. Basta.

Onde, stimando certo che voi siate il vignarolo, accetterá la offerta; e in presenzia di tutti faremo che giuri; e giurato, potrete dire che sará piú convenevole dar Artemisia ad Eugenio e Sulpicia a Lelio, ché a vecchi decrepiti non convengono mogli di sedici anni. GUGLIELMO. Oh bel pensiero, veramente molto sottile e astuto!