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E dice che è veritá, e cosí è, perciò che Egli è unito con meco che so' veritá, e chi el séguita va per la veritá. Ed è vita; e chi séguita questa vita riceve la vita della grazia e non può perire di fame, perché la Veritá vi s'è facto cibo. può cadere in tenebre, perché Egli è luce, privato della bugia: anco con la veritá confuse e destrusse la bugia del dimonio, la quale elli dixe ad Eva.

Questi sonno e' septe peccati mortali, e' quali sono pieni di diversi e molti peccati, legati nella radice e gambone de l'amore proprio di e della superbia. La quale ha facto prima e' rami e i fiori delle molte cogitazioni; poi procede la foglia delle parole e il fructo di gattive operazioni.

L'arbore si notrica nella terra che contiene la larghezza del cerchio, ché se egli fusse fuore della terra, l'arbore sarebbe morto e non darebbe fructo infino che non fusse piantato nella terra. Or cosí ti pensa che l'anima è uno arbore facto per amore, e però non può vivere altro che d'amore. È vero che, se ella non ha amore divino di perfecta caritá, non produce fructo di vita ma di morte.

Stanno ne l'acqua delle molte tribolazioni e temptazioni, e non lo' nuoce perché stanno ataccati al tralcio de l'affocato desiderio. Questo gode d'ogni cosa, e non è facto giudice de' servi miei di veruna creatura che abbi in ragione; anco gode d'ogni stato e d'ogni modo che vede, dicendo: Grazia sia a te Padre etterno, che nella Casa tua ha molte mansioni.

E spesse volte sará l'anima del subdito inviluppata in gravissimi peccati, e avará a satisfare ad altrui; e per l'amore disordinato che egli avará a la sua fameglia, per none spropriarli, non renderá il debito suo. La vita sua sará nota a grande quantitá di gente e anco al misero sacerdote; e nondimeno anco gli sará facto sapere, acciò che, come medico che egli debba essere, curi quella anima.

De lo inganno che ricevono quelli li quali hanno posto tucto el loro affecto ne le consolazioni e visioni mentali. E alcuna volta per questo cosí facto amore ne riceve anco piú danno.

Questo adiviene alcuna solta che potrá essere per difecto che sará in colui per cui tu hai pregato; ma el piú delle volte non sará per difecto, ma avrá per sottraimento che Io, Dio etterno, avarò facto di me in quella anima, come spesse volte Io fo, per fare venire l'anima a perfeczione, secondo che negli stati de l'anima Io ti narrai.

Tucte le membra del corpo tuo hai dirizzate in adoperarle miserabilemente, e fai el contrario di quello che per te ha facto la mia Veritá. Io sostenni che li fussero fasciati gli occhi per te illuminare; e tu con gli occhi tuoi lascivi gitti saette avelenate ne l'anima tua e nel cuore di coloro in cui con tanta miseria raguardi.

Oh abisso di caritá! qual cuore si può difendere che non scoppi a vedere l'altezza discesa a tanta bassezza quanta è la nostra umanitá? Noi siamo imagine tua, e tu imagine nostra per l'unione che hai facta ne l'uomo, velando la Deitá etterna con la miserabile nuvila e massa corrocta d'Adam. Chi n'è cagione? L'amore. Tu, Dio, se' facto uomo, e l'uomo è facto Dio.

E cosí manifestarò me medesimo a loro, come dixe la mia Veritá quando disse: «Chi m'amará sará una cosa con meco e Io con loro, e manifestarò me medesimo, e faremo mansione insieme». Questa è la condiczione del carissimo amico, che sonno due corpi e una anima per affecto d'amore, perché l'amore si transforma nella cosa amata. Se elli è facto una anima, neuna cosa gli può essere segreta.