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Aggiornato: 8 giugno 2025


Oh! disaventurato te! se' facto ministro del fuoco della divina mia caritá; e tu, per li tuoi propri e disordinati dilecti e per picciolo danno che ricevi dal proximo tuo, la perdi. O figliuola carissima, questa è una di quelle tre miserabili colonne che Io ti narrai.

Perché tucto lassoe, tucto truova; perché si spogliò tucto di , si truova vestito di me; fecesi in tucto servo per umilitá, e però è facto signore signoreggiando el mondo e la propria sensualitá.

Se l'hai bene aggiustata, disse il re, caricala e spara in mia presenza. Ciò fu subito eseguito, ma disgrazia volle che proprio a questo colpo una canna scoppiasse. Il re vide un tradimento preparato e mal riuscito e voleva ipso facto toglier la vita al povero armaiuolo.

E ciò, che Io adopero di providenzia nel corpo, è facto in servizio de l'anima, per farla crescere nel lume della fede, farla sperare in me e perdere la speranza di , e perché vega e cognosca che Io so' Colui che so', che posso, voglio e so sovenire al suo bisogno e salute.

che è pena ingrassativa e non affliggitiva, perché veruno dolore pena la può trare del fuoco, se non come il tizzone, che è tucto consumato nella fornace, che veruno è che 'l possa pigliare per spegnere, perché gli è facto fuoco.

che in observanzia, in luogo e in modo, quella è piú perfecta, e questa è meno perfecta: quella è piú sicura, e, cadendo, è piú acto a rilevarsi perché ha piú aiuto; e questa è piú dubbiosa e meno sicura, e piú acto, s'egli viene caduto, a voltare il capo a dietro, perché non si sente legato per voto facto in professione, come sta il relegioso prima che sia professo, che infino alla professione si può partire, ma poi no.

E però mi sottrago da lei, per questa cagione: per farla umiliare e per farle cognoscere la caritá mia in , trovandola nella buona volontá che Io le conservo nel tempo delle bactaglie; e perché essa non riceva solamente il lacte della dolcezza sprizzato da me nella faccia de l'anima sua, ma perché essa s'atacchi al pecto della mia Veritá, che riceva el lacte insieme con la carne, cioè di trare a il lacte della mia caritá col mezzo della Carne di Cristo crocifixo, cioè della doctrina sua, della quale v'ho facto ponte acciò che per lui giongano a me.

E giá ti dixi che neuno poteva venire a me se non per lui, e però n'avevo facto ponte con tre scaloni; e' quali tre scaloni figurano tre stati de l'anima, come di socto ti narrarò. Come, se le predecte tre potenzie dell'anima non sono unite insieme, non si può avere perseveranzia, senza la quale neuno giogne al termine suo.

E a lui, con grande rimproverio, gli sará rimproverato dalla mia Veritá, se egli non si corregge, per lo modo che conta nel sancto Evangelio, dicendo: «Io ebbi fame e non mi desti mangiare; ebbi sete, e non mi desti bere; nudo fui, e non mi vestisti; infermo e in carcere, e non mi visitasti». E non gli varrá in quello ultimo di scusarsi, dicendo: Io non ti viddi mai, ché, se io t'avesse veduto, io l'arei facto.

Per questo modo: el peccato si fa actuale e mentale; mentale è giá facto, ché ha conceputo piacere del peccato e odio della virtú, cioè del proprio amore sensitivo, il quale l'ha privato de l'affecto della caritá el quale debba avere a me e al proximo suo.

Parola Del Giorno

trotta

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