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E però indiscretamente, come ladro, furarebbe l'onore a me e darebbelo a per propria reputazione; e quello che è suo porrebbe a me, lagnandosi e mormorando de' misteri miei e' quali Io adoperasse in lui o ne l'altre mie creature; d'ogni cosa si scandelizzarebbe in me e nel proximo suo.

E però con questo medesimo amore che vide in essere amata, ama ogni creatura che ha in ragione; e questa è la ragione che l'anima si distende, subbito che conosce me, ad amare il proximo suo. Unde, perché vidde, l'ama ineffabilemente, che ama quella cosa che vidde che Io piú amavo.

Ma essi ne l'hanno tracto, questo seme, e datolo a mangiare agli animali, cioè a diversi e molti peccati, e messolo sotto e' piei del disordinato affecto, col quale affecto hanno offeso me e facto danno a loro e al proximo. Ma e' servi miei non fanno cosí; e cosí dovete fare voi, cioè essere uniti e innestati in questa vite.

Per questo modo el cognosce: e giá t'ho decto che ella è ancora inperfecta. E non è dubbio che, essendo inperfecto l'amore che ha a me, è inperfecto quello che ha alla creatura che ha in ragione, però che la caritá perfecta del proximo dipende dalla perfecta caritá mia. che con quella misura perfecta e inperfecta che ama me, con quella ama la creatura. Come el cognosce per questo mezzo?

Adunque portate virilmente, altrimenti non sareste dimostrareste d'essere sposi della mia veritá e figliuoli fedeli, che voi fuste gustatori del mio onore della salute de l'anime. Come ogni virtú e ogni defecto si fa col mezzo del proximo. Ché io ti fo a sapere che ogni virtú si fa col mezzo del prossimo, e ogni difecto.

A questo modo verrai a perfecta puritá, però che, facendo cosí, la mente tua non sará scandalizzata in me nel proximo tuo; però che lo sdegno cade verso del proximo quando giudicaste la mala volontá loro verso di voi, e non la mia in loro.

Me, perché non rende gloria e loda al nome mio; el proximo, perché non gli rende la dileczione della caritá. Ma egli non mi percuote actualmente che la faccia propriamente a me, ma offende ; la quale offesa mi dispiace per lo dapno suo. Ma questa è offesa facta a me proprio, senza mezzo.

Poi che mostrato l'ha generalmente a ogni creatura che ha in ragione, per affecto di caritá, come decto è, ed egli soviene quelli da presso, secondo diverse grazie che Io gli ho date a ministrare: chi di doctrina, cioè con la parola consigliando schiectamente senza alcuno rispecto; chi con exemplo di vita. E questo debba fare ogniuno, e dare edificazione al proximo di sancta e onesta vita.

Ma la discrezione sancta è ordinata in questo modo: che l'anima tucte le potenzie sue dirizza a servire me virilmente con ogni sollicitudine, e il proximo ama con affecto d'amore ponendo la vita del corpo per salute de l'anime, se fusse possibile, mille volte; sostenendo pene e tormenti perché abbi vita di grazia.

Alcuna volta mi cerca nella sapienzia del mio Figliuolo, e Io le satisfo ponendolo per obiecto a l'occhio de l'intellecto suo. Alcuna volta mi cerca nella clemenzia dello Spirito sancto; e alora la mia bontá le fa gustare il fuoco della divina caritá, concipendo le vere e reali virtú, fondate nella caritá pura del proximo suo.