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Aggiornato: 3 maggio 2025
Gli altri peccati hanno alcuno colore e sonno facti con alcuno colore e sonno facti con mezzo, perché Io ti dixi che ogni peccato si faceva col mezzo del proximo, e ogni virtú: el peccato si fa per la privazione della caritá di me, Dio, e del proximo; e la virtú con la dileczione della caritá: offendendo il proximo, offendono me col mezzo di loro.
Cosí l'amore del proximo, spirituale e temporale, vuole essere beiuto in me, senza alcuno rispecto. Io vi richiegio che voi m'amiate di quello amore che Io amo voi. Questo non potete fare a me, però che Io v'amai senza essere amato. Ogni amore, che voi avete a me, m'avete di debito e non di grazia, però che 'l dovete fare. E Io amo voi di grazia e non di debito.
E tucto questo fa perché non ripensa el benefizio del Sangue sparto con tanto fuoco d'amore. Come d'alcuni altri, e' quali tengono stato di signoria, el loro fructo è ingiustizia. Altri sonno e' quali tengono el capo alto per signoria; nella quale signoria portano la 'nsegna della ingiustizia, ingiustizia adoperando verso di me, Dio, e del proximo, e ingiustizia verso di loro.
E questo amore la discrezione il dá senza fine e senza modo verso di me, però che so' somma e etterna veritá; non pone legge né termine a l'amore col quale egli ama me, ma bene il pone con modo e con caritá ordinata verso el proximo suo.
Anco ogni altro mezzo, che ci fusse a potere dimostrare che amano, si è posto sopra questo principale mezzo della creatura che ha in sé ragione, sí come in un altro luogo io ti dixi che ogni bene si faceva col mezzo del proximo tuo e ogni operazione.
Repetizione in somma de le predecte cose, con una agiunta sopra la reprensione del proximo. Ora t'ho decto, carissima figliuola, satisfacendo al desiderio tuo e dichiaratati di quello che mi dimandasti, cioè in che modo tu debbi riprendere il proximo tuo, acciò che tu non sia ingannata dal dimonio né dal tuo basso vedere.
Per questo modo: el peccato si fa actuale e mentale; mentale è giá facto, ché ha conceputo piacere del peccato e odio della virtú, cioè del proprio amore sensitivo, il quale l'ha privato de l'affecto della caritá el quale debba avere a me e al proximo suo.
E cosí comincia a sentire gaudio e compassione: gaudio in sé per l'affecto de l'amore, e compassione al proximo, sí come nel terzo stato Io ti narrai.
L'obbediente vuole essere il primo che entri in coro e l'ultimo che n'esca. E quando vede il frate piú obbediente e sollicito di lui, egli piglia una sancta invidia, furandoli quella virtú: non volendo però che ella diminuisca in colui. Ché, se egli volesse, sarebbe separato dalla caritá del proximo suo.
In cui parturisce la superbia? solo nel proximo per propria reputazione di sé; unde ne traie dispiacere del proximo suo, reputandosi maggiore di lui, e per questo modo gli fa ingiuria. Se egli ha a tenere stato di signoria, parturisce ingiustizia e crudeltá ed è rivenditore delle carni degli uomini.
Parola Del Giorno
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