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E però dixe la mia Veritá che neuno può servire a due signori contrari, però che, se egli serve a l'uno, sará incontempto a l'altro. che vedi che l'amore proprio priva l'anima della mia caritá e vestela del vizio della superbia, unde nasce ogni difecto per lo principio de l'amore proprio.

Se ella è prosperitá, ti muovi con disordinata allegrezza; e se ella è adversitá, ti muovi per impazienzia, e cosí trai fuore il mirollo della superbia, cioè la impazienzia; però che come la caritá ha per suo merollo la pazienzia, cosí la impazienzia è il merollo della superbia. Unde d'ogni cosa si turbano e si scandalizzano coloro che sonno superbi e iracundi.

Habet in publico unde parvulos nutriat, servat in secreto unde mentes sublimium in admiratione suspendat.

Chi va per me non va per la tenebre, ma per la luce». E in uno altro luogo disse la mia Veritá: che neuno poteva venire a me, se non per lui; e cosí è la veritá. E, se bene ti ricorda, cosí ti dixi e mostrato te l'ho, volendoti fare vedere la via. Unde, se Egli dice che è via, egli è la veritá. E giá te l'ho mostrato che Egli è via in forma d'uno ponte.

Ed essendo mortale, gusta el bene degl'inmortali; ed essendo col peso del corpo, riceve la leggerezza dello spirito. Unde spesse volte il corpo è levato da la terra per la perfecta unione che l'anima ha facta in me, quasi come il corpo grave diventasse leggiero.

E nulla cosa si cognosce nella Veritá che non si vegga con l'occhio de l'intellecto, unde è bisogno, a chi vuole cognoscere, che si levi con desiderio di volere cognoscere col lume della fede nella Veritá, aprendo l'occhio de l'intellecto con la pupilla della fede ne l'obbiecto della Veritá.

Unde distende le braccia della speranza e con le mani de l'amore lo strigne, intrando in possessione prima che vi sia, come decto t'ho el modo in un altro luogo. Quanta allegrezza riceve l'anima che tanto dolcemente si vede gionta a questo passo, però che gusta el bene della natura angelica!

Unde, se lo' fusse possibile d'avere virtú senza fadiga, non la vorrebbero, ché piú tosto si vogliono dilectare in croce con Cristo e con pena acquistare le virtú, che per altro modo avere vita etterna.

E questa è la cagione perché egli è piú danno a loro e spiacevole a me: perché gli altri peccati essi gli fanno con alcuno dilecto della propria sensualitá, e alcuna volta se ne dolgono, unde se ne possono dolere per modo che per quello dolere ricevono misericordia.

La lingua tua non potrebbe narrare tanti difecti, per quanti miserabili modi essi m'offendono. Facti sonno arme del diavolo, e con le puzze loro avelenano dentro e di fuore. Di fuore ne' secolari, e dentro nella religione. Privati sonno della caritá fraterna, e ogniuno vuole essere il maggiore e ogniuno mira di possedere. Unde essi fanno contra el comandamento e contra el voto che hanno facto.