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Tucti e' vizi destruxe con la morte sua, acciò che neuno potesse dire: Il cotale vizio rimase che non fusse punito e fabricato con pene, come ti dixi di sopra, dicendo che del corpo suo aveva facto ancudine. Tucti e' rimedi sonno posti per camparli della morte etternale, ed essi spregiano il Sangue e hannolo conculcato co' piei del disordinato affecto.

E tu del tuo cuore hai facto tempio del dimonio. E l'affecto tuo, il quale è significato per li piei, non tiene offera a me altro che puzza e vitoperio; e' piei de l'affecto tuo non portano l'anima altro che ne' luoghi del dimonio.

Egli ha el capo chinato per te salutare, la corona in capo per te ornare, le braccia stese per te abracciare e i piei conficti per teco stare. E tu, misero uomo, che se' facto ministro di questa larghezza e di tanta umilitá, debbi abbracciare la croce; e tu la fuggi ed abracciti con le inique e inmonde creature.

E poniamo che questa sia la prima salita e la prima congregazione, conviensi exercitarla col lume de l'intellecto dentro nella pupilla della sanctissima fede, raguardando non solamente la pena ma el fructo delle virtú e l'amore che Io lo' porto; acciò che salgano con amore co' piei de l'affecto, spogliati del timore servile.

Perduta la loro, si vestono della mia che non voglio altro che la vostra sanctificazione. E subbito si dánno a vòllere il capo adietro da la via di socto, e cominciano a salire per lo ponte, e passano sopra le spine. E perché sonno calzati e' piei de l'affecto loro con la mia volontá, non lo' fa male.

Io volsi che gli fussero conficti e' piei, facendoti scala del Corpo suo; e il costato aperto, acciò che tu vedessi el secreto del cuore, Io ve l'ho posto per una bottiga aperta dove voi potiate vedere e gustare l'amore ineffabile che Io v'ho, trovando e vedendo la natura mia divina unita nella natura vostra umana: ine vedi che 'l Sangue, il quale tu ministri, Io te n'hoe facto bagno per lavare le vostre iniquitá.

Con la mano disarmata, cioè col molto sostenere, ha sconficto el dimonio e la carne con questo dolce e glorioso lume, perché con esso cognobbe la sua fragilitá, e cognoscendola le rende il debito de l'odio. Ha conculcato el mondo e messoselo sotto e' piei de l'affecto. Spregiandolo e tenendolo a vile n'è facto signore, facendosene beffe.

A' piei de l'arbore, se ben ti ricorda, era alcuna spina; dalla quale spina tucti coloro che amavano la propria sensualitá si dilongavano e corrivano a uno monte di lolla, nel quale ti figurai tucti e' dilecti del mondo.

E di questo Verbo, ponte, mostrato a te, anco questi tre scaloni figurai nel corpo suo, come tu sai, per li piei, per lo costato e per la bocca; ne' quali posi tre stati de l'anima: lo stato inperfecto, e lo stato perfecto, e lo stato perfectissimo, dove l'anima giogne alla excellenzia de l'unitivo amore.

Ben mi s'è dato testé tra' piei, che possi egli rompere il collo con quanti ne venne mai di Spagna! Che scusa trovarò ora? GIGLIO. Signora Pasquella! PASQUELLA. La cosa va bene. Io son giá fatta signora. GIGLIO. Vos me haveis burlado y mi tolleste mio rosario e non fazieste lo que me teniades promettido. PASQUELLA. Zi! zi! zi! Sta' queto, sta' queto. GIGLIO. Por que? es ninguno á qui que nos oda?