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Aggiornato: 9 maggio 2025


ma se’ venuto più che mezza lega velando li occhi e con le gambe avvolte, a guisa di cui vino o sonno piega?». «O dolce padre mio, se tu m’ascolte, io ti dirò», diss’ io, «ciò che m’apparve quando le gambe mi furon tolte». Ed ei: «Se tu avessi cento larve sovra la faccia, non mi sarian chiuse le tue cogitazion, quantunque parve.

ma se' venuto piu` che mezza lega velando li occhi e con le gambe avvolte, a guisa di cui vino o sonno piega?>>. <<O dolce padre mio, se tu m'ascolte, io ti diro`>>, diss'io, <<cio` che m'apparve quando le gambe mi furon si` tolte>>. Ed ei: <<Se tu avessi cento larve sovra la faccia, non mi sarian chiuse le tue cogitazion, quantunque parve.

a li occhi miei ricominciò diletto, tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta che m’avea contristati li occhi e ’l petto. Lo bel pianeto che d’amar conforta faceva tutto rider l’orïente, velando i Pesci ch’erano in sua scorta. I’ mi volsi a man destra, e puosi mente a l’altro polo, e vidi quattro stelle non viste mai fuor ch’a la prima gente.

Le cortine fiorate del letto, velando la luce, spandevano intorno un'aria raccolta d'alcova, una dolce aria di intimit

Si erano un po' svagati leggendo alcuni capitoli di uno dei tanti romanzi nuovi comprati per quell'occasione, e le ombre della sera li avevano sorpresi dietro i vetri della finestra del salotto, silenziosi, intenti a guardare la pioggia che veniva giù più fitta, velando e quasi sfumando la campagna attorno e i colli laziali lontani.

Lo bel pianeto che d’amar conforta faceva tutto rider l’orïente, velando i Pesci ch’erano in sua scorta. I’ mi volsi a man destra, e puosi mente a l’altro polo, e vidi quattro stelle non viste mai fuor ch’a la prima gente. Goder pareva ’l ciel di lor fiammelle: oh settentrïonal vedovo sito, poi che privato se’ di mirar quelle!

Domani, quando vi ridesterete, vi sentirete il cuore secco come una pietra. Lo so. Lasciatemi. Non prendetevi giuoco di me. Allora una nuvola di tenerezza passò sul mio spirito velando a' miei occhi lo spettacolo della mia vergogna. Povera creatura tormentata! esclamai. Come potrei abbandonarvi? E poichè la mia voce uscì ammollita di pianto io pensai, commosso, che forse ero stato sincero,

ma se’ venuto più che mezza lega velando li occhi e con le gambe avvolte, a guisa di cui vino o sonno piega?». «O dolce padre mio, se tu m’ascolte, io ti dirò», diss’ io, «ciò che m’apparve quando le gambe mi furon tolte». Ed ei: «Se tu avessi cento larve sovra la faccia, non mi sarian chiuse le tue cogitazion, quantunque parve.

Luna, e tu parimente, che porgesti, velando il chiaro viso di piú oscure e fosche nubi, a tal felicitá favor, non sará mai mia lingua stanca in pregar chi che sia che lo può fare ne le tue contentezze; e che ritornino i dolci abbracciamenti de lo amato Endimion quanto mai lieti e spessi.

Lo bel pianeto che d'amar conforta faceva tutto rider l'oriente, velando i Pesci ch'erano in sua scorta. I' mi volsi a man destra, e puosi mente a l'altro polo, e vidi quattro stelle non viste mai fuor ch'a la prima gente. Goder pareva 'l ciel di lor fiammelle: oh settentrional vedovo sito, poi che privato se' di mirar quelle!

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