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Aggiornato: 28 giugno 2025


Statti, statti in casa meco; e sará molto meglio che andar notticon tutta notte. Deh , lasciatemi andare soggiugneva ella: alle veglie si va una volta l'anno, e vaccene tante de l'altre: avete voi paura ch'io non sie mangiata? Che belle parole! che vuol dir mangiata, cervellinuzza? disse il geloso. Oh! sta' costí, e non mi romper piú la testa.

CURZIO. Se nol vòi dire, statti. MALFATTO. Che non te lo indovini de un quatrino. Me chiamo Malfatto, veh! CURZIO. So che non ti mentisce el nome. Ma dimmi un po': de chi è innamorato el tuo maestro? MALFATTO. D'una moglie. CURZIO. Che halla presa per moglie, forsi? MALFATTO. No, madonna, no. È che lui la vorria pigliar esso per moglie e vorria ch'essa stessi con lui e io con esso.

Statti dunque di buon animo, Anselmo, mio vecchio compagno; il ferro che mi ha da colpire non è ancora entrato in magona.

"Ed io questa mattina, rispose Trincone, m'aveva tutta la fiducia che l'acqua del chiodo di Frate Andrea l'avesse a risanare; ma nel bel mentre che m'ero andato per lui a Nesso, la vecchia Imazza se lo lasciò morire tra le mani, del che ebbi la più gran stizza del mondo". "Prendi più il largo, attendi a non battere forte i remi, disse Falco, e statti zitto, chè se vi fossero Ducali appiattati per le sponde, non ci abbiano a sentire: questa notte dobbiamo vogare drittamente a Musso, vuolsi gettare il tempo a cangiar colpi con loro".

Orsù statti in pace col tuo ganzo; ma lévati di qui, perchè tenerume non ne vogliamoAnche gli altri riposero i loro pugnali nel fodero, ed io mi sentii dolcemente tirare per la veste ed introdurre in una camera; era quella di Esmeralda. L

62 O bona prole, o degna d'Ercol buono, non vinca il lor fallir vostra bontade: di vostro sangue i miseri pur sono; qui ceda la iustizia alla pietade. Indi soggiunse con più basso suono: Di ciò dirti più inanzi non accade. Statti col dolce in bocca; e non ti doglia ch'amareggiare al fin non te la voglia.

In nome mio tu vanne, mostrati lor: ben sai che sia la plebe; seco indugiar fia il peggio. A piacer tuo, fingi, accorda, prometti, inganna, uccidi: oro, terror, ferro, parole adopra; pur che sien vinti. Va, vola, ritorna. NER. Seneca, e tu, guai se d'uscir ti attenti della reggia:... ma statti da me lungi, ch'io non ti vegga.

Intorno alla secondaria... Ma io predicava anche troppo, e me ne venne fastidio: però buona sera..." "Ascanio, statti per amore di Dio, e parla: tu taci tanto, e tanto ti rimani concentrato, ch'egli è forza che quando incominci tu faccia un po' come il mare in Olanda una volta ch'egli abbia sconquassati i dicchi."

FULVIA. Non mi curo dello stare, pur ch'io veda che maschio sia. RUFFO. E come può non bere chi assetato si trova al fonte? FULVIA. Verrá, dunque, oggi? RUFFO. Lo spirto tel fará venire subito, se vuole. Statti, dunque, avvertente in su l'uscio. FULVIA. Non bisogna questo, perché, venendo da donna, in presenzia d'ognuno può mostrarsi; perché non è chi per maschio il conosca. RUFFO. Basta.

Senti; in quanto alla prima domanda, di essere mandato subito a morte, statti allegro, che la prendo sopra di me; intorno alla seconda poi bisogna consultarne il signor Vicerè: non è mica piccolo privilegio quello di farsi tagliare il capo!

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