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Bacco ubbriaca, tabacco avvelena, Venere riduce in cenere, noi lo interpretiamo così, perciò v'ha un raggio di speranza ancora, in prò del nostro pericolante Alfredo, perocchè se egli beveva e fumava poco, avr

Poi prese una mazza, e tra una finestra e l'altra inchiodò la pergamena che aveva avuto il giorno prima, gettò sullo zio un po' di cenere, e dicendo: Almeno è morto scomunicato! lo stette a guardare un pezzo.

Ca te sia data stoccata catalana alla zezza manca, ca ce capa dintro lo Castiello co l'artigliarie e onne cosa! non me ne mandare chiú de chesse giasteme, ca me fareste diventare no pizzico de cenere. CAPPIO. Oimè! GIACOCO. Oimè, ca trona: va', frate mio, ca marzo se ne trase. CAPPIO. Non sguazzaremo dunque? GIACOCO. « mai» disse Cola da Trane.

Per sempre!... essa riprendeva, chi ti assicura per sempre!... Puoi tu conoscere quello che ci riserva l'avvenire?... Ho sempre udito dire che il fuoco più pericoloso è quello che cova sotto la cenere... la contessa è ancora giovane... e poi che può fare l'et

Il rombo dell’organo si propaga alla pietra dov’egli è per piombare. Torno presso di te... Voglio che la mia anima abbia la forza di condurre il mio corpo fino alla tua pietra... Tu lo dicevi: un coraggio di solitario, un coraggio di aquila... Nessuno sa, nessuno comprende... La scintilla d’un dio la cercherò nella tua cenere... Voglio... voglio andare a lui... io solo...

Dal portichetto si entrava nella sala d'armi a terreno, vasto locale dal nero soffitto, dalle finestre acute a piccoli vetri rotondi, pei quali la luce entrava fredda a intirizzirsi sull'acciaio delle armature appese alle pareti. In un angolo un camino con poca cenere, e un vaso funebre sopra; di qua di l

Poichè tutto muore, deh! possa sovvenire a noi miseri il conforto di poter volgere nella fossa alla cenere, che ci sta accanto, queste parole: «Tu sei formata di ossa felici, non innocenti; godesti assai fatti in l

Oltre a questo, una paniera per i fogliacci, una tavoletta per accendere i fiammiferi, una lastrina per smorzare i sigari, una scatola per i mozziconi, un vasetto per la cenere, una cassetta per gli sputi, un'assicella per le scarpe; insomma, non un pretesto al mondo per insudiciare checchessia.

Tu sai che le mie labbra... sarebbero capaci di ridurre in cenere una sigaretta ogni minuto secondo. Carlo Cielo, ti ringrazio! Fifì Di che? Carlo Di non essere una sigaretta. Del resto, tu mi fumi lo stesso. Fifì Carlo Un piede. Fifì Un bottone mi ha tradita. Aggiusta tu. Carlo

Quando potei, in un momento di tregua, ripiegarmi a cacciar, quasi di furto, uno sguardo in fondo alla mia coscienza, non vi trovai più il tesoro di quella certezza soave, calda, irruente: appena le vestigia in un pugnello di cenere fredda e in un'ombra di fumo, grigia.